Le sfaccettature della femminilità in una società maschilista e misogina come quella dell’odierno Giappone. Le indaga “Seni e uova”, poderoso romanzo di Mieko Kawakami, che ha come protagoniste tre donne alle prese con mutazioni naturali o cambiamenti fortemente voluti. Tra voglia di fermare il tempo, pubertà e desiderio di maternità
L’ancestrale misoginia del Giappone contemporaneo, che non è certo ultramoderno nel rapporto fra i sessi, ma dominato da un patriarcato tutt’altro che latente. È l’anima di un romanzo che non può passare, non è passato e non passerà inosservato. Ma non la sola anima. Dominano anche altri aspetti, investiti in pieno da un libro che prende alla gola: essere donna oggi, a cominciare dal rapporto col proprio corpo, la dittatura del denaro, uno sguardo contemporaneo sulla maternità e sul suo richiamo, l’incomunicabilità e la solitudine delle megalopoli, le infinite vie dell’ambizione letteraria. Seni e uova (624 pagine, 19,50 euro) dell’autrice nipponica Mieko Kawakami, tradotto da Gianluca Coci (che si confronta nel testo non solo con uno giapponese standard, ma anche col dialetto di Osaka), è uno dei migliori fra i più recenti titoli delle edizioni e/o; in patria ha avuto un buon successo, con tanto di “benedizione” da parte di Haruki Murakami, e ha anche scatenato qualche polemica. È una più ampia rielaborazione di un romanzo pubblicato anni prima dall’autrice, che si confronta con temi forti, senza però smarrire anche uno sguardo ironico e un tono surreale.
Gli uomini? Pallide comparse
In una storia in cui gli uomini sono pallide comparse sulla scena (giusto qualche donatore di seme…), le protagoniste sono tre donne, ognuna con un carico di ossessioni non indifferente e alle prese con i pregiudizi che le circondano (e che l’autrice intende spazzar via). La voce narrante del romanzo è Natsuko, scrittrice che dopo un buon esordio sogna di diventare un nome di successo, ma il lettore fa i conti anche con la sorella maggiore di Natsuko, Mikiko,e la figlia di Mikiko, Midoriko, cresciuta senza padre. Entrambe, nel 2008, giungono a Tokyo – Midoriko è un’adolescente tormentata in piena pubertà, che non parla alla madre da mesi, se non in forma scritta, ed è alle prese con i cambiamenti del suo corpo di adolescente e in attesa della prima mestruazione – perché Mikiko desidera sottoporsi a un’intervento di mastoplastica al seno (e prima di pensare alle protesi ci sono stati anche tentativi di sbiancamento delle areole dei capezzoli), dai prezzi accessibili. La figlia non approva e il conflitto generazionale è servito.
Basta oppressione patriarcale
Quasi una decina di anni più tardi (nella seconda parte del romanzo) anche l’altra sorella, che ha realizzato il sogno di diventare una famosa autrice, si affida alla medicina, ma per diventare madre, torna a Osaka e prova con la fecondazione assistita (anche perché non tollera il sesso, la spaventa, le fa male), che è vietata alle giapponesi single; non vuole invecchiare sola e prende questa decisione: tormentata di sicuro, forse egoista? Non sono donne perfette, non sono geishe, non sono parvenze stereotipate, né oggetti sessuali, le figure femminili su cui fa leva Mieko Kawakami, che le immerge e inquadra nelle calde e umidissime estati giapponesi. Sono soggetti vivi, veri, donne in qualche modo emancipate (Natsuko non si rassegna a fare la hostess in un locale per soli uomini, come la madre e la sorella), non sottomesse, che provano a fare la propria strada nella vita, alle prese con mutazioni naturali o cambiamenti fortemente voluti. Più realtà e meno mito, nelle pagine di Kawakami, con donne che vogliono cercare da sé il proprio benessere e il proprio futuro, libere da qualsiasi forma di oppressione patriarcale.
Descrizioni essenziali e crude
Chi ama la prosa leggera e scorrevole di Banana Yoshimoto si troverà a proprio agio con le pagine piene di candore di Mieko Kawakami, che non disedegna precise analisi psicologiche dei personaggi e punta evidentemente a temi meno introspettivi di Yoshimoto o che se lo sono, introspettivi, hanno riverbero universale. Risoluta e maniacale nelle descrizioni, quasi sempre essenziali e crude (non solo quelle relative ai corpi, ma anche ai luoghi, si pensi ad alcune periferie degradate), Kawakami, con questo suo libro, il primo tradotto in Italia, promette di essere una delle protagoniste assolute del futuro, una capofila che, con una manciata di alcuni altri nomi, getta velocemente nel futuro la letteratura nipponica, ben oltre Murakami.
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