La fine di una storia, quella con la propria terra, la Sicilia, raccontata in versi, con la metafora dell’amore e dell’innamoramento. Grazia La Paglia continua il proprio percorso poetico con la raccolta “Amore è fame”
Dopo aver raccontato con il diario Non sarà mai una dea la migrazione dei giovani siciliani, la nostalgia, i ricordi della Sicilia che si fondono con la nuova realtà del nord in cui ci si ritrova a vivere, arriva la seconda parte del percorso di Grazia La Paglia: la raccolta di poesie Amore è fame.
Stavolta, tramite versi e con la metafora dell’amore e dell’innamoramento, come anche la metafora di una storia che finisce, si racconta cosa succede dopo l’elaborazione e l’accettazione della fine di una storia (quella, appunto, della vita in Sicilia).
Due strade, sceglierne una
Che si tratti di una storia d’amore, di amicizia o del senso di appartenenza a un luogo, poco cambia. In Amore è fame i versi raccontano di una delle due strade che si può scegliere di intraprendere dopo la fine di una esperienza.
Si può scegliere di non staccarsi dai ricordi, dal legame con ciò che è stato.
Oppure si può scegliere di usare quella “fine” per ricostruire e per avviare un nuovo percorso.
È questa la strada che racconta “Amore è fame”.
Il libro si apre con L’inizio”, la narrazione dei sentimenti e delle sensazioni dell’innamoramento, per poi narrare la delusione e il rammarico per una storia finita.
Amore è colazione senza latte
mentre guardo la tua tazza vuota
perché hai scelto di saziarti altrove.
Così, insomma, come finisce la quotidianità vissuta nei propri luoghi nel momento in cui si emigra.
La seconda parte Allo specchio racconta cosa si fa appena tutto finisce: Grazia La Paglia ha scelto di riscoprire, tramite un viaggio nella sua terra natia, chi è stata in passato. È andata quindi alla ricerca della sua identità, che era stata quasi annebbiata o sedimentata dalla troppa attenzione posta alla delusione per la fine di una storia.
Inizia così la terza parte della raccolta di poesie Il viaggio, che ripercorre i luoghi della sua infanzia – quelli dell’entroterra siciliano. Dopo aver riscoperti, con occhi diversi, si è pronti per ricostruire un nuovo percorso.
Il libro si chiude con La fine dove, con due brevi poesie, La Paglia racconta – con un controsenso – come alla fine di questo viaggio ci sia un nuovo inizio.
C’è la roccia, sotto queste scarpe.
Ma sento il vuoto.
È l’abisso.
Cammino
Ed è come una vertigine,
uno strappo al cuore.
È la liberazione.
C’è l’oceano, sotto queste scarpe.
Ma sento il fuoco.
È Atlantide,
e sta riemergendo.
Il libro è disponibile sia in formato cartaceo che ebook su Amazon https://amzn.to/3nB4BbT