Per indagare natura dell’uomo, legge e verità sia Dostoevskij che Sciascia si affidano al delitto. Lo sostiene Nina Nocera nel prezioso saggio “Metafisica del sottosuolo”, facendo riferimento, in particolare a due libri, “Il contesto” di Sciascia e “Delitto e castigo” di Dostoevskij. Ecco l’intervista video all’autrice
Metafisica del sottosuolo (46 pagine, 10 euro) di Nina Nocera (edizioni Divergenze, 2020) è un saggio di critica letteraria che affronta con arguzia il tema del giallo, in ambito letterario.
Una brava detective
L’argomento è attraversato dalla studiosa siciliana in modo inedito con accurati riferimenti bibliografici e storici, approfondite analisi e indagini. La Nocera infatti, proprio come una brava detective, azzarda la ricerca tra questi due scrittori collegando le fila che legano l’opera di Leonardo Sciascia a quella di Fëdor Dostoevskij. Due universi apparentemente distanti e antitetici, per geografie e per epoche, che grazie alla rivelazione della scrittrice, si scoprono connessi da legami «resistenti come quelli di seta».
Il focus dell’indagine letteraria condotta dalla Nocera, già autrice della monografia Angeli sigillati. I bambini e la sofferenza nell’opera di F.M. Dostoevskij (Franco Angeli, 2010), si sofferma principalmente su due romanzi Delitto e Castigo e Il contesto.
Il professore Antonio Di Grado che ha curato la prefazione al testo della Nocera (questo il suo blog letterario), sottolinea il legame nascosto tra gli autori in questione, a partire dalla scrittura: «la scrittura un metodo di indagine a tutto tondo sull’uomo, inteso come singolarità misteriosa su cui è impossibile mettere un punto definitivo».
Il delitto? Un pretesto
Nei romanzi presi in esame il delitto diventa quindi l’argomento, o se vogliamo il pretesto per indagare sulla natura dell’uomo, sulla Legge e sulla verità.
Fra i tanti argomenti trattati in Metafisica del sottosuolo anche quello dell’errore giudiziario. Per entrambi gli autori, la concezione del processo risulta fallace e inefficace, e l’idea di verità esula dal coincidere con quella di giustizia. Ne Il contesto del 1971, l’ispettore Rogas a colloquio con un alto magistrato, il presidente Riches, afferma: «Prendiamo la messa: il mistero della transustanziazione, il pane e il vino che diventano corpo, sangue e anima di Cristo. Il sacerdote può anch’essere indegno, nella sua vita, nei suoi pensieri: ma il fatto che è stato investito dall’ordine, fa sì che ad ogni celebrazione il mistero si compia. Mai, dico mai, può accadere che la transustanziazione non avvenga. E così è un giudice quando celebra la legge: la giustizia non può non disvelarsi, non transustanziarsi, non compiersi…».
Metafisica del sottosuolo è un saggio prezioso e ricco di spunti di riflessioni, e per sviscerare in profondità i temi trattati nel saggio, ho intervistato l’autrice. Ecco il video, disponibile anche sul mio canale Youtube