Escoria, la malattia mentale giovanile raccontata con grazia

Una adolescente con problemi mentali alle prese con l’adolescenza. Una narrazione in prima persona, senza camuffamenti. Ecco perché “La squlibrata” di Juliet Escoria conquista…

Una pubblicazione coraggiosa per una piccola casa editrice. Coraggiosa in relazione al tema del romanzo e ambiziosa, aggiungo. Ambiziosa per l’importanza dell’argomento, vasto e composito: la malattia mentale durante l’adolescenza.
“Juliet the Maniac” del titolo originale, che è Juliet Escoria l’autrice del libro, sceglie una strada difficile ma al contempo la più naturale e immediata possibile per raccontare la propria vicenda: conduce la narrazione in prima persona, senza camuffamenti, variando i toni, il ritmo e il sentimento della propria voce in necessaria e fedele adesione ai progressivi mutamenti ed evoluzioni della sua condizione psicofisica.

Di mezzo l’adolescenza

Una adolescente con problemi mentali alle prese con l’adolescenza. Genitori di una quattordicenne con una diagnosi di malattia mentale aggravata dalle difficoltà tipiche dell’età, impotenti, vulnerabili e confusi. Lo spettro del suicidio. Come si reagisce a tutto ciò? C’è un argine, un tampone?
Juliet ce lo racconta – non è né un viaggio dentro la speranza né dentro la disperazione – attraverso brevi capitoli ben cadenzati. Ritmati quasi ad imitazione delle pratiche respiratorie utili a calmare le crisi di ansia. Respiro profondo, inspirazione profonda. Dentro aria ossigenata, fuori l’anidride carbonica tossica.

Disperata ma pacata

Poco importa se sia stato scritto alla fine di un dramma ad imperitura memoria del personale viatico di sofferenza o a completamento, a sostegno di un iter terapeutico di liberazione. Diventa importante la grazia, non mi viene altro termine che descriva in maniera più calzante il clima in cui si entra a partire dalla seconda metà del romanzo, con cui Juliet Escoria ci mette in contatto con sé stessa, con la sua realtà di malata mentale.
Non è un romanzo di formazione facile. Con quale spettro di dubbi e paure un insegnante lo suggerirebbe ai suoi alunni, dati i ben due tentativi di suicidio e gli episodi di “taglio”, per cui si passa? Eppure andrebbe afferrato il coraggio a due mani e proposto ai ragazzi. Juliet è disperata ma pacata. Mai slabrata la sua voce, mai atteggiata a “poser”. Sempre rigorosamente genuina. Un verismo che non incute timore, che non carica di inutile suspence, che apre solo all’empatia e alla comprensione del vissuto umano.
Se non si fosse capito La squilibrata (404 pagine, 16 euro) di Juliet Escoria, pubblicato da Pidgin edizioni, tradotto da Stefano Pirone (che, non vorrei scrivere un’ imprecisione, è anche il padre di Pidgin, oltre che curatore del progetto grafico) mi è piaciuto parecchio. Mi ha conquistato per la pacatezza e la concludenza di cui è permeato. Ve lo segnalo. Vale.

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