Dialoghi, trama, ironia: è tornato De Carlo

Un fortuito incontro fra un riservato marchese e una giornalista tv a caccia di scoop avvia “Il teatro dei sogni”, nuovo romanzo di Andrea De Carlo. Un libro corposo ma assolutamente armonico e godibile, che coglie vizi, virtù, pose e ridicolaggini del teatro contemporaneo in cui ogni giorno ci muoviamo

Andrea De Carlo torna in libreria con un romanzo dal bellissimo titolo, Il teatro dei sogni (432 pagine, 20 euro). C’è l’onirico, c’è l’idea di trama, di colore, si intravede già un certo piglio ironico.

Il libro, pubblicato da La nave di Teseo, verte sul ritrovamento di un fantomatico “antico teatro italico” da parte di un eccentrico e anticonformista marchese: è Guiscardo Guidarini, personalità schiva e in perenne disaccordo con i disastri ambientali che l’amministrazione comunale della sua cittadina, la lombarda e inventata Cosmarate di Sopra e di Sotto, consente, in barba all’estetica del paesaggio circostante e con gran vantaggio degli industriali locali, costruttori senza scrupoli di scempi urbanistici come “La Sala Slot, per esempio, un autentico mostro, un contenitore per settecento detestabili tossici di gioco d’azzardo! O le decine di ville, villoni, villazze, capannoni industriali, stazioni di servizio e altre porcherie di cemento tirate su senza nessun freno”.

Casualità vuole che il marchese Guidarini si trovi a salvare da soffocamento una tostissima giornalista televisiva, Veronica Del Muciaro, che si sta strozzando con un morso di brioche proprio mentre è in procinto di scattarsi un selfie, nel più esclusivo caffè di Suverso, dove entrambi sono a fare colazione.

Veronica lavora per Tutto qui!, il seguitissimo programma televisivo di Roberta Riscatto, di cui è inviata speciale. Ogni pomeriggio due milioni e mezzo di telespettatori, servizi che vanno dall’inchiesta, al macabro, al varietà e costume, alla presunta “cultura” e informazione.

Una girandola di fatti e personaggi

Con il suo fiuto da cacciatrice di notizie, in due parole Veronica scopre il segreto di Guiscardo: il ritrovamento di uno strabiliante teatro antico proprio entro i confini della proprietà di famiglia, Villa Guidarini Valgrande sui colli cosmaratesi.

Da questo fortuito incontro, e dallo scoop di cui Veronica e Roberta si impossessano in esclusiva per darlo in pasto a milioni di persone, parte tutta una girandola di fatti che vedono impegnati il sindaco di Cosmarate Bozzolato, in principio disinteressato ma poi deciso ad accaparrarsi i vantaggi della scoperta (dopotutto il “teatro italico” è nel suo comune), Annalisa Sarmani, avvocatessa e assessora alla Cultura del comune rivale di Suverso, Fuscadori, sindaco maschilista di Suverso, Veronica del Muciaro, sempre più iperattiva e motivata a strappare interviste scottanti a tutte le persone coinvolte, e naturalmente Guiscardo, che, scontroso coi media ed estremamente imprevedibile, sembra condurre un gioco tutto suo, fatto di ingressi a sorpresa nelle sale riunioni comunali e bevande argentine offerte con modi cavallereschi e sornioni all’assessora Sarmani.

Sullo sfondo ma non troppo si muovono altri indimenticabili personaggi, ciascuno ben delineato sin dal nome, in un sottobosco di assessori, consiglieri, giornalisti, produttori, consulenti di immagine, politici e politicanti, leader di partito come i caricaturali Mirko Noseletti di Unione Nazionale e Hans Gusmondi dello schieramento avversario Rivolgimento, in cui è facile cogliere le storture e i difetti dei nostri attuali più conosciuti leader politici.

Attenzione all’attualità e sarcasmo

È un libro corposo ma assolutamente armonico, godibile, lontano dalla monumentale dispersione da affresco di un Villa Metaphora ma anche dall’introspezione e austerità dei più recenti Una di Luna e L’imperfetta meraviglia: qui abbiamo una trama vera, personaggi principali riconoscibili e perfettamente caratterizzati nelle loro differenze culturali e psicologiche, dialoghi vivaci e molto mimetici, un’attenzione al dato umano inteso come storia personale, di cui ciascuno degli individui raffigurati è la precisa risultante.

In maniera molto semplice e incisiva Andrea De Carlo ci parla anche di sentimenti, soprattutto attraverso le luci e ombre del personaggio di Agnese e le sensazioni di Annalisa. Nell’autore si riconosce la consueta lucida attenzione verso l’attualità, e una venatura di sarcasmo che non risparmia nessuna categoria: quello sguardo smascheratore che, senza abbassarsi alla polemica, coglie vizi, virtù, pose e ridicolaggini del teatro contemporaneo in cui ogni giorno ci muoviamo.

Tra le cose più riuscite del romanzo di De Carlo, il bellissimo elenco più o meno a metà libro, che racchiude per enumerazione tutte le cose che sommate fanno una vita (matrimoniale, una relazione tra adulti); e il finale, la trovata finale: coup de téâtre!

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