“Il blu delle rose” di Tony Laudadio conduce il lettore in una futura società ipertecnologica, in cui è possibile prevedere la presenza del gene della criminalità, il cosiddetto gene C, costringendo le madri di queste creatura ad abortire. Una storia che pur interrogandosi su temi inquietanti e attuali si rivela… noiosa
Come sempre NN editore non sbaglia un colpo con le copertine, bisogna dargliene atto. Una più bella dell’altra. Anche con Il blu delle rose (272 pagine, 17 euro), di Tony Laudadio (già autore di Preludio a un bacio), la casa editrice ha raggiunto il proprio obiettivo, confortando gli occhi. Solo quelli, però. Perchè il libro è sostanzialmente una delusione. Un viaggio distopico in una società ipertecnologica lontana, ma non troppo, dove ogni cosa è severamente controllata e dove una sorta di scienza eugenetica si è spinta al punto tale da riuscire a prevedere nei nascituri la presenza del gene della criminalità, il cosiddetto gene C, costringendo le madri che in grembo portano feti con questa caratteristica ad abortire.
Protagonista sciapa, dialoghi artefatti
La protagonista, la genetista Elisabetta Russo che, dapprima sostenitrice di una politica feroce di controllo delle nascite, rivedrà le proprie posizioni anche alla luce di alcune esperienze personali, è una figura sciapa, anemica, poco accattivante. Come poco accattivante è la scrittura, molto piatta, semplice, monocorde, quasi banale. Una storia che pur interrogandosi su temi inquietanti e attuali come le nevrosi della società moderna, il profondo individualismo delle persone, i limiti etici della scienza, la paura latente verso ogni cosa in una società sempre più blindata e arroccata in se stessa, si rivela trita e ritrita, addirittura noiosa. Anche i personaggi secondari, spesso incastonati in dialoghi troppi artefatti, non aggiungono molto alla trama, risultando talvolta ingessati e privi di qualsiasi interesse
Nonostante la denuncia sociale…
L’impressione è che NN editore che nella propria scuderia vanta autori importanti come Haruf e Anderson, con gli italiani non riesca a fare breccia, puntando su scrittori sicuramente non al passo dei colleghi d’oltreoceano. Nonostante la denuncia sociale contenuta nel libro, Il blu delle rose di Tony Laudadio non va oltre le proprie intenzioni, rivelandosi un testo quasi scolastico, senza pretese: un’opera nata forse con delle aspettative molto alte che però non hanno mai davvero raggiunto il proprio obiettivo.
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