“Mistero al cubo” del collettivo Lou Palanca è un giallo che è anche il pretesto per una disamina socio-psicologica della Calabria e dell’università di Cosenza. Un potenziale avamposto di riscatto culturale. Potenziale…
Esordio nel giallo con il botto per Lou Palanca, collettivo di scrittori calabresi “a geometria variabile” – in ragione della mutevolezza della loro composizione – che con il libro Mistero al cubo (230 pagine, 16 euro) edito da Rubbettino, si cimentano nel genere del giallo con un’opera dalle molteplici sfumature e dal profilo decisamente atipico. La tessitura dei numerosi personaggi intrecciati tra di loro restituisce la trama di esistenze incolore, arriviste, sconfitte, deluse, tutte in qualche modo legate alla morte dell’anziano professore di diritto penale comparato, Lorenzo De Vitis, trovato senza vita nel suo ufficio, in una fredda sera di dicembre.
Ideali e riforme? No, piccoli privilegi
A ben vedere, però, nonostante le indagini intorno al misterioso omicidio portino a formulare ipotesi differenti, che inevitabilmente catturano l’attenzione del lettore, merito anche e soprattutto di una scrittura profonda e mai noiosa, il libro è anche il pretesto per una accurata disamina socio-psicologica della Calabria. In particolare, dell’università di Arcavacata, a Cosenza, che nelle sue intenzioni fondative avrebbe dovuto anzitutto riscattare culturalmente una terra densa di problemi e disservizi, consegnandole un respiro e una portata di caratura internazionale; ma che poi, in finale, ha visto evaporare uno dietro l’altro tutti gli ideali, i sogni, le lotte di una iniziale e beneaugurante stagione di riforme politiche, sociali ed economiche. Purtroppo trasformatesi, al termine di tutto, in piccoli privilegi e scottanti prevaricazioni, a beneficio di pochi e a detrimento di molti.
Il senso ritrovato. O perso
I diversi personaggi ricalcano gli idealtipi tragici di una società incapace di rinnovarsi e di rigenerarsi, piuttosto appollaiata in attesa che qualcosa gattopardianamente cambi. Il sesso, il ricatto, la precarietà, la rabbia, la frustrazione sono tutti temi che condiscono questa storia ambientata nell’universo accademico del campus calabrese, dove il finale imprevedibile ricompone i pezzi di un puzzle complicato in cui ogni cosa ritrova un senso. O in cui forse, lo perde del tutto.
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