Intervista a Daniele Mencarelli, vincitore del premio Strega Giovani con “Tutto chiede salvezza”. Tra l’educazione sentimentale di un ragazzo e la ricerca di Dio, il rapporto con i lettori e il prossimo romanzo
Scrittore rivelazione degli ultimi due anni con i romanzi La casa degli sguardi e Tutto chiede salvezza, Daniele Mencarelli, dopo tanti incontri on line a causa dell’emergenza Coronavirus, sta girando l’Italia per vari appuntamenti dal vivo con i lettori. Fra i più recenti anche quello di Capo d’Orlando (provincia di Messina) dove, in un incontro organizzato dal Comune paladino e dal locale Mondadori Store, ha dialogato con Valentina Leonino. Prima del faccia a faccia davanti al pubblico, è stato possibile intervistarlo (qui una nostra precedente intervista). Un modo per fare il punto su ciò che ha scritto e su ciò a cui presto lavorerà, un altro romanzo che completerà la trilogia autobiografica iniziata con i due titoli pubblicati da Mondadori.
Aspirante credente
«Volevo offrire l’educazione sentimentale di un ragazzo che è riuscito, grazie ad alcuni incontri e ai momenti più duri della sua vita, a educare se stesso e il suo sguardo, anche artisticamente. Credo che la biografia sia la magnifica fucina per orientare la poetica di ognuno di noi». Una poetica che passa dalla ricerca di un significato dell’esistenza («parlarne è diventato un tabù», osserva Mencarelli) e di una speranza di Dio, da parte di uno scrittore che si definisce «un aspirante credente».
Il rovescio dell’amore
«Se dovessi trovare l’elemento più in profondità della mia vita – confessa Mencarelli, che prima dei romanzi aveva scritto alcune importanti raccolte di poesie – quella radice che ha sempre lavorato in me, vivendo quello che ho vissuto con una tensione e una ragione profonda, la rintraccio nella ricerca di Dio. Per me è il rovescio dell’amore, credo sia molto difficile amare e cedere quello che si ama in maniera pacifica e passiva al nulla, per lo meno io non ci sono mai riuscito. Ho sempre vissuto e rifiutato questo sentimento di perdita. Vivere in assenza di Dio è semplicemente una cosa che non mi sono mai potuto permettere. E per troppo tempo l’uomo si è raccontato che può vivere senza Dio, senza un significato. Penso che i lettori colgano la sincerità dei miei libri, che è anche la loro. Checché se ne dica, il nulla sta stretto a tutti».
Il prossimo romanzo
Qualche parola anche per il terzo romanzo, per il libro che verrà dopo Tutto chiede salvezza. «È una storia molto diversa da quella dei due libri precedenti – assicura – ambientata in due settimane dell’agosto del 1991, quando avevo diciassette anni. È il ritorno a casa di un ragazzino che comincia un viaggio per conoscere il mondo e farà i conti con la scoperta della paura e dell’altro».
Qui la nostra videointervista (riprese di Lucia Porracciolo, montaggio di Giovanni Di Marco), buona visione