“Un cuore per la signora Chimento” è la terza avventura per Natale Banco, uno dei personaggi più riusciti di Gianni Bonina: giornalista che si muove all’ombra dell’Etna, Banco, indaga tra atrocità e nefandezze – in particolare su un traffico di stent scaduti – e si trova a lottare contro i cosiddetti “poteri forti”, rischiando di farsi travolgere…
Il protagonista di Cronaca di Catania e Morte a debito, il giornalista Natale Banco, è tornato nelle librerie con una nuova inchiesta giornalistica (ma non solo giornalistica!) che prende spunto da un reale fatto di cronaca che ha coinvolto l’ospedale Cannizzaro di Catania nell’acquisto e nell’uso di stent scaduti. Nel suo ultimo romanzo, Un cuore per la signora Chimento (228 pagine, 14,90 euro), pubblicato dalla casa editrice Marlin, lo scrittore e giornalista siciliano Gianni Bonina appassiona i lettori, immergendoli nella realtà della città dell’Etna, un connubio sublime tra barocco e decomposizione urbana, «di natura stupenda e di umanità indecente» (cit. Giorgio Bocca), sovrastata dalla maestosità di un vulcano che, in buona parte, influenza la vita dei catanesi. «Melior de cinere surgo, grido di orgoglio di una città legata ai capricci di un vulcano e decisa a risorgere sempre più bella dalle sue ceneri», scrive l’autore. Guardare come muta ogni giorno nei mille aspetti che assume stagione dopo stagione e secondo le condizioni meteorologiche è per Natale un balsamo salutare.
Lo fotografo soprattutto per vederlo ogni mattina cambiare, anche in qualche piccola sfumatura, che sia una nuvola o una striatura di neve. Saperlo sempre uguale mi procurerebbe un senso di fissità nel quale vedrei la morte. Invece non c’è niente che sia più in vita dell’Etna
Collusioni e cinismo
Un’umanità indecente per via delle collusioni e del cinismo. Dopo un incontro fortuito (o forse no?) con un vecchio conoscente, Natale Banco scopre un malaffare che coinvolge il mondo della sanità. Inizia un ‘indagine su un traffico di stent cardiaci scaduti e sulla morte di quattro cardiopatici a cui erano stati impiantati, per poi scoprire un traffico di organi che coinvolge anche l’editore di “La Tribuna”, il giornale per cui lavora. Tra atrocità e nefandezze, si trova a lottare contro i cosiddetti “poteri forti”, rischiando di farsi travolgere come un fiume in piena dalla vicenda su cui sta indagando che vede coinvolti altri giornalisti e persino un parlamentare.
Attualità e curiosità
Non è scontato leggere un giallo che, oltre ad intrattenere il lettore con una trama avvincente, pone spunti di riflessioni su temi che sono più che attuali. Bonina ha questo grande merito, trovando il modo di trattare l’argomento dell’eutanasia e della donazione di organi, di citare il filosofo tedesco Hans Jones e di regalare un punto di vista diverso. Ed ecco stuzzicata la curiosità non solo del nostro giornalista Banco che va subito a fare ricerche sul sito internet, ma dello stesso lettore (sono sicura di non essere stata l’unica a voler approfondire!)
Per Jones l’ipocrisia è evidente: un uomo viene considerato cadavere quando le sole funzioni celebrali si sono spente, mentre restano attive- e devono esserlo necessariamente ai fini del prelievo – tutte le altre. Il coma irreversibile come sufficiente certificazione di morte era per Jones inaccettabile e Banco trovò che lo fosse anche per lui, sorpreso che così non la pensasse nessuno Stato occidentale.
Giornalismo e giochi sporchi
C’è da riflettere (e non poco!) anche sul giornalismo, sul valore che assume l’etica nell’esercizio della professione. L’etica del giornalista è la sua coscienza morale, come cittadino e come professionista: «chi opera nel campo dell’informazione deve essere ben consapevole delle possibili conseguenze morali, sociali, politiche e culturali di un lavoro che non si esaurisce in se stesso o nell’ambito di poche persone, ma istituzionalmente si rivolge a un largo universo di cittadini», ho letto una volta. Bonina mette in luce la perdita di ogni valore morale in uomini che “si vendono” in cambio di illeciti arricchimenti, fa trapelare i giochi sporchi della mafia che, in questo caso, specula sulla vita senza nessuno scrupolo. La cronaca diventa letteratura e la realtà si mescola all’invenzione, un connubio che riesce a raccontare e descrivere l’attualità, ovvero quella di una società dominata da potenti che si credono intoccabili.
Tra bene e male confini non labili
Aiuta anche la psicologia dei personaggi, la loro memoria e il loro intimo, tutti elementi che in qualche modo spingono il lettore a decidere da che parte stare, se con i buoni o con i cattivi, perchè nella storia che Bonina (autore anche del precedente Ammatula) ci racconta con una prosa elegante e sobria la cesura tra bene e male è netta. I confini non sono indistinti o labili, non c’è spazio per la confusione. E il nostro autore conosce bene il mondo che ci racconta in questo romanzo avvincente e coinvolgente.
Non resta che leggerlo tutto d’un fiato.
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