«È partire dalla propria esperienza che differenzia lo scrittore dal sociologo». Un piccolo saggio, “Scrivere è un dare forma al desiderio”, in cui la grande scrittrice francese Annie Ernaux spiega di non credere all’esistenza del “letterario puro”, ovvero a una forma letteraria slegata dai rapporti sociali
Il rapporto tra letteratura e scienze sociali è complesso, una complessità data dal fatto che nel corso degli ultimi due secoli ha subito profondi cambiamenti col mutare stesso della società e della letteratura. Per molti la relazione è di natura simbiotica: non a caso, spesso, la letteratura è lo specchio in cui si riflettono molte delle caratteristiche di una società; gli scrittori toccano temi legati all’economia, al diritto, alla sociologia. A sua volta, la società ha subito stravolgimenti grazie al potere della letteratura di risvegliare coscienze. Molti autori hanno esplorato tale rapporto, elaborando diverse teorie. Tra questi possiamo annoverare Annie Ernaux, una delle più originali scrittrici francesi che ha donato al vasto pubblico di lettori libri intensissimi, scritti con una prosa essenziale. Racconti di fatti intimi e personali che assumono una dimensione più ampia e abbracciano universalmente la condizione sociale degli uomini.
Scrittura ed esistenza
Una conversazione sulla sociologia e sugli scritti di Pierre Bourdieu (il sociologo che ha influenzato fortement la sua scrittura) con Pierre Bras diventa l’occasione per riflettere sulla letteratura e sul legame tra la scrittura e la propria esistenza. Da tale conversazione è nato il saggio Scrivere è un dare forma al desiderio (44 pagine, 7,50 euro), pubblicato da Castelvecchi editore nella traduzione di Annalisa Comes. Ernaux utilizza consapevolmente il lessico della sociologia che è parte integrante della sua poetica, ma solo nella parte in cui «mi permette di non riprodurre nei miei testi la visione gerarchica del mondo e di esprimere la realtà che quest’ultimo offusca», specifica. Non crede all’esistenza del “letterario puro”, ovvero a una forma letteraria slegata dai rapporti sociali, ma è assolutamente consapevole della specificità della letteratura rispetto alla sociologia, una specificità che si slega in parte dalle regole generali proprie della disciplina per abbracciare una storia particolare.
La letteratura è l’esatto contrario della disciplina. È un dare forma al desiderio.
Sociologia e letteratura
Ecco come nel rapporto tra sociologia e letteratura si rischia di cadere nell’errore di un falso parallelismo. In verità, condividono alcuni temi comuni, mentre altri appartengono soltanto al mondo letterario. Il successo della Ernaux è legato al fatto che, attraverso i suoi libri, i lettori rileggono la loro vita e la rileggono in modo diverso, secondo le personali esperienze che prendono forma e sostanza attraverso le parole di qualcun altro. È così che l’autrice arriva al reale, ripercorrendo ciò che ha attraversato realmente nella sua vita perché «è partire dalla propria esperienza che differenzia lo scrittore dal sociologo».
Un piccolo saggio, una conversazione che diventa l’occasione non solo per riflettere sul rapporto tra letteratura e sociologia, ma per toccare pensieri più intimi e delicati, come per il ricordo della madre a cui deve l’amore per la letteratura e il titolo di uno dei suoi libri, Non sono più uscita dalla mia notte, il più toccante e poetico tra tutti.
Poche pagine ma intense sul ruolo che svolge la letteratura nelle sue opere.
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