Ne “Le ciociare di Capizzi” Marinella Fiume rispolvera una delle peggiori pagine dell’operazione Husky: le violenze fisiche e sessuali sulle donne di Capizzi da parte dei goumiers, truppe marocchine irregolari, autorizzate dai comandanti degli Alleati. Memorie scomode e sconosciute restituite alla collettività come testimonianza, per non dimenticare…
Le ciociare di Capizzi (128 pagine, 16 euro), edito da Icobelli, è l’ultima fatica letteraria di Marinella Fiume (qui abbiamo scritto anche del suo Ammagatrici), scrittrice e studiosa della storia delle donne, impegnata nel sociale e in politica, sindaca di Fiumefreddo per due mandati, negli anni ’90. La ricerca sul campo è stata avviata il 25 novembre 2015, a Capizzi, ma la Fiume, ideatrice e coordinatrice della ricerca, da oltre dieci anni indaga sulle “marocchinate”, avvenute durante lo sbarco alleato nel luglio del ’43, in Sicilia, con lo scopo di restituirne la memoria alla collettività. Il lavoro realizzato si avvale della collaborazione della Fidapa di Capizzi e della parrocchia, il cui parroco, don Luigi Cardella, è morto recentemente. «(…)le nipoti di queste donne, molte delle quali ormai scomparse, quelle che abbiamo voluto chiamare le “Ciociare” di Capizzi (…) hanno deciso di scavare fino in fondo per quanto è stato ancora possibile, di fare “archeologia della memoria”, per cercare di comprendere questa atroce tragedia moderna tutta femminile. Perché ricordare significa conoscere e capire e questa è una storia che si è ripetuta e si ripete in ogni secolo e in ogni angolo del mondo», si legge nell’introduzione di Marinella Fiume sulle ragioni della ricerca.
Le nefandezze dei goumiers
Nel libro di Marinella Fiume troviamo la ricostruzione fedele dell’operazione Husky nell’entroterra siciliano e i racconti delle persone intervistate, testimoni viventi o discendenti di vittime delle truppe alleate penetrate sui Nebrodi. La Letteratura e il Cinema, più che la Storia, finora ci avevano restituito i fatti avvenuti nella Ciociaria, nel ‘44. Adesso finalmente arrivano le ricostruzioni dei fatti avvenuti in Sicilia, nel ’43, nell’area capitina. Colpevoli di tali efferatezze mostruose sono i goumiers, truppe marocchine, irregolari, specializzate negli assalti in montagna, agli ordini dei francesi, guidati dal generale Alphonse Juin, il quale diede il via libera ai suoi uomini per 50 ore, per razziare tutto ciò che avrebbero incontrato per strada, perfino le donne, bottino di guerra. I goumiers, ben descritti nel libro di Marinella Fiume, in gruppo, hanno violentato madri, nonne, bambine e perfino ragazzi, massacrandoli inoltre di botte, spesso davanti ai loro mariti, figli, fratelli, anch’essi pestati per i tentativi di difendere le loro care dalle violenze. Donne che per tutta la vita hanno portato con sè l’onta e il dolore, come un macigno nel cuore. Alcune vittime delle violenze si sono ammalate, sono impazzite e non sono sopravvissute al dolore, qualcuna è emigrata in America, altre si sono portate il segreto e il dolore nella tomba, alcune sono probabilmente ancora vive.
Verità a lungo censurate
Dalle violenze sono nati perfino dei figli, accolti dall’amore dei mariti delle donne violate. I capitini hanno vendicato le violenze subite uccidendo dei goumiers e dandoli perfino in pasto ai porci, esorcizzando il male subito dal popolo. Un recupero della memoria che dà un contributo prezioso alla Storia poiché tali avvenimenti, a lungo censurati perchè verità scomode, non sono contemplati in nessun manuale e, ai più, sono fatti completamente sconosciuti. La narrazione riscatta dall’oblio a cui erano destinate queste storie dolorose, rendendo giustizia a chi ha subito tali inaudite violenze, inenarrabili per vergogna e incredulità. All’interno del libro viene pertanto ricostruito il momento storico mondiale e locale, documentandolo con fonti iconografiche e mappe d’epoca, descrivendo storia, economia e costumi. Un lavoro corale ed approfondito dal punto di vista storico-sociale, condotto con metodo scientifico che ha visto la comunità capitina coinvolta al servizio della memoria e della cultura. Presenti, nel testo firmato da Marinella Fiume, anche i contributi di Giuseppe Vivaldi Maimone, Maria Pia Fontana e Melinda Calandra Checco, Past President Fidapa sezione Capizzi, partner della ricerca, la quale, nel suo discorso, riporta numeri ed episodi delle “marocchinate” in Italia. Il libro sarà in libreria a metà agosto, ma è già acquistabile sul sito www.iacobellieditore.it.www.iacobellieditore.it
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