Un commissario che è tutt’altro che un eroe. Delitti alle porte di Palermo. Saverio Mineo non è il solito investigatore siciliano. L’ha inventato Francesco Bozzi, autore de “L’assassino scrive 800A”
C’è un indolente ed eccentrico nuovo commissario siciliano nelle librerie. Si chiama Saverio Mineo, nasce dalla penna di un palermitano doc, Francesco Bozzi, ed è il protagonista di un libro che sta riscuotendo un certo successo, L’assassino scrive 800A (288 pagine, 17,50 euro), edito da Solferino. Bozzi, uno degli storici autori di Fiorello (che firma il blurb della fascetta gialla: «Leggetelo: vi verrà voglia di essere arrestati! Il commissario Mineo è il nuovo cult siciliano»), ha in cantiere già un secondo episodio della serie, e nemmeno tanto velatamente punta a trasformare le sue storie, cariche di umorismo e di Sicilia, in una serie televisiva.
Non un eroe
Mineo si muove fra Cinisi e Terrasini, alle porte di Palermo. A Bozzi non manca il mestiere per prendere una storia di genere, intingerla in abbondanti dosi d’umorismo, anche nero, e portare a termine con nonchalanche la missione del suo volume: far evadere il lettore, fargli dimenticare il mondo che gli gira attorno, col sorriso. Nel petto del suo commissario – insofferente di tutto e critico a 360 gradi – non arde il sacro fuoco di risolvere delitti, Mineo si augura sempre di fare in fretta, o che siano altri ad occuparsi del caso criminale di turno, e di poter tornare placidamente a fare la spesa durante l’orario di lavoro, a prendere il sole o alla sua lettura preferita, quella della Gazzetta dello Sport. Il suo non essere un eroe, paradossalmente, lo distanzia e lo rende migliore di tanti investigatori in serie, specie quelli in salsa siciliana, che s’assommano sugli scaffali.
Fiuto e udito
In un’estate dominata da Riccardino di Andrea Camilleri, insomma, fa capolino tutt’altro tipo di investigatore, con le sue manie e idiosincrasie. Hanno in comune solo la comune origine siciliana e i battibecchi col medico legale, che in questo caso si chiama Costanza. Altro modus operandi e altra visione del mondo, poi. Eppure Mineo ha molto per fare breccia fra i lettori d’oggi. La miccia del giallo è la morte violenta di Francesco Leggio, detto Ciccio Tazzina, assassinato con tre coltellate, due al petto e una alla spalla. Mineo, in compagnia dell’ispettore La Placa, ritrova il cadavere. Non sarà il solo omicidio. Il suo fiuto e soprattutto un udito fuori dal comune lo aiuteranno quando gli si pareranno dinanzi vari e anche curiosi colpi di scena, a cominciare dalla scritta 800A, versione camuffata del palermitano “suca”.