Un caleidoscopio di personaggi dei giorni nostri – mezzi umani e mezze bestie o mezzi vegetali – rivive in “Bestiario contemporaneo di Sicilia” di Rosario Battiato e Chiara Nott. Il mondo terreno si mescola a quello marino, a quello animale e vegetale fondendo il moderno e l’antico, grazie alla profonda conoscenza delle malie delle storie leggendarie che reggono la cultura siciliana e classica popolare. Un testo che interroga il reale con “gli strumenti del fantastico”
Fin dall’antichità il mondo animale e il suo corrispettivo umano, nella creatività dell’uomo e nella letteratura classica si mischiano, confondono i confini plasmando cataloghi mitici di esseri strani e deformi dal carattere eroico o bizzarro. Basti pensare ai figuri de Le Metamorfosi di Ovidio o Apuleio, o al mitologico Minotauro, un essere feroce con il corpo di uomo e la testa di toro nato, secondo la leggenda, dal volere di Poseidone, dio del mare, per punire il re Minosse, sovrano di Creta. Mostruosità come questa spetargnano, cioé deformano, sia l’uomo che la bestia, partorendo entità ibride, grottesche e talvolta spaventose. Nasce così anche Bestiario contemporaneo di Sicilia (170 pagine, 13 euro) di Rosario Battiato con le favolose illustrazioni di Chiara Nott, Il Palindromo edizioni, un testo (qui è possibile leggere il prologo) che interroga il reale «con gli strumenti propri del fantastico» generando un ventaglio di personaggi contemporanei, mezzi uomini e mezze bestie, o mezzi uomini e mezze piante, o soltanto donne o uomini con esagerate caratteristiche umane che popolano il paesaggio e la realtà siciliana.
Un’infida matrioska magica
«La Sicilia è intrappolata in un’infida matrioska magica che è la bestia delle bestie». Cinque diverse mappe e cinque differenti ambienti strutturano la geografia di questa guida fantasiosa, nata dalla mente e dall’ingegno dei due autori catanesi. Luoghi e scenari sono popolati da strambi personaggi che diventano teatro di episodi e mirabolanti eventi, in un cammino che muta forma e registro ad ogni passo. Così, in questo moderno e originalissimo bestiario troviamo le “Bestie di piazza”, le “Bestie di Palazzo” , le “Bestie di Strada “, le “Bestie naturali” e infine uno scenario dedicato alle “Cose serie… cose di sangue”, ovvero a quei tipacci dalla offesa gratuita e infamante, il cui cammino – come si legge nel testo – «è orlato dalla vergogna che non tralascia nulla e si porta a strascico e un po’ a casaccio , ogni cosa bella e brutta che viene inquinata dal suo ricordo, dalla sua presenza». Spaesaniero è una figura di questo quartiere che agisce con la testa «spacca e spezza col calcio, spara e accompagna al suolo dai buchi delle narici, profondi come canne di una pistola»; nello stesso rione troviamo i Mortammazzati, bellissimi pesci sacri dalle squame variopinte che, come scrive Battiato, «respirano da teste umane intrappolate nell’urlo della morte»; i Mortammazzati sono uomini, donne e bambini leggendari e inconsapevoli della loro luce, destinati, loro malgrado, a restare nella memoria dei vivi.
Accanto a noi, forse noi
Un inventario di figure apparentemente surreali e oniriche sembra emergere quindi, dal bestiario favoloso degli autori Battiato e Nott. Mostriciattoli che si animano e sembrano prender vita dal sulfureo sottosuolo dostoievskiano, tuttavia man mano che si avanza nella lettura e nella scoperta di questi giocolieri del reale, ciò che ne viene fuori è un circo di personaggi, in fondo non tanto misteriosi, né tanto sotterranei. Quello che sembra invece, è che questi strani miscugli di uomini e bestie, uomini e piante, resi unici dalle illustrazioni presenti nel testo, creati dal genio dell’artista Chiara Nott, stanno proprio accanto a noi, al nostro fianco, tutti i giorni. O forse, in certi casi, siamo proprio noi.
Guida e creature fantastiche
A guidarci in questo itinerario di Sicilia, esattamente come un Virgilio dantesco, è Virgil RinoPesce, un pesce-ponte, metà africano e metà siciliano che ci fa scoprire, ad esempio, la figura dell’Ammantatore che si nutre di uomini , affascinandoli con il sudore carnoso delle sue farneticazioni; un essere capace di ipnotizzare gli ascoltatori con una «magniloquenza barocca (…) fatta di circuiti confusi, ornati di autoreferenzialità e patetismo condita dal periodare stagnante e senza fine che riluce di lordume nel tratto volgare e saputo»; ci imbattiamo poi in “DiOrecchio” un essere dal gigantesco padiglione al posto del volto che si nutre di sogni e visioni altrui, «il servitore degli ultimi arrivati, degli autori poco illustri, di quelli che sanno rimescolare solo le idee altrui rinfocolando con poco o niente di proprio». La presenza degli animali appartiene ad un universo di immaginazione prodigioso e fantastico, virtuoso e vizioso, entra spesso nelle storie degli uomini e degli dei per descriverne i caratteri. La Divina Commedia di Dante, per esempio, si apre proprio con la presenza di tre animali, tre fiere che ostacolano fin da subito il viaggio del Poeta toscano. La lonza, la lupa e il leone nella celebre opera sono figure allegoriche che rappresentano la lussuria, la superbia e l’avarizia. Così anche in questo bestiario troviamo la figura di PeschIsolito una lampreda dal corpo di uomo, nato da una partenogenesi vietata che gode del vocio costante di inni sacri e urla di pescatori, a cui è stato affidato il compito di vendicarsi, di far pagare ai terrestri quello che gli abitanti fanno ogni giorno al mondo del mare.
Amore e memoria
ll collegamento Uomini e Natura, Uomini e Animali presente già dai tempi dei capolavori classici, greci, romani e latini, approda in questo bestiario siciliano generando la figura di “Fruttino” che ricorda quella di Apollo e Dafne. Fruttino è il mercante che partecipa alle contestazioni del movimento per la liberazione della pianta, alle lotte del movimento bracciantile di inizio Novecento e si innamora di una pianta di limoni ma, come appare subito chiaro, «le leggi degli uomini non prevedono che un albero possa congiungersi con un uomo», tuttavia se esiste un sentimento anarchico e ribelle che ignora qualsiasi alfabeto e ripudia logica e ragione, è proprio l’amore, e Fruttino ne diventa un esempio, non senza pagarne il prezzo di questo amor proibito. E ancora, tra i personaggi che vivono nel sobborgo delle “cose serie… cose di sangue” emerge la deliziosa figura di “Madreterna” una gioconda severa, muta, quasi evanescente, mai segnata sulle mappe. Metà bambina, metà anziana MadrEterna ascolta l’infanzia e respira memoria, la «memoria triste di tutti i tempi» e quando i Microbo(ss) attaccano e divorano la realtà con bombe e proiettili, lei si adagia tra le nere vene della pietra lavica e custodisce il ricordo di tutti i Mortammazzati.
Reinventare il folklore
Bestiario contemporaneo di Sicilia reinventa il folklore, lo modernizza con strumenti antichi per tracciare un caleidoscopio di personaggi che vivono i nostri giorni. Il libro, nonostante la sua brevità, riesce a stupire il lettore per l’inventiva e la creatività delle strane combinazioni che forgiano i personaggi. Il mondo terreno si mescola a quello marino, a quello animale e vegetale fondendo il moderno e l’antico, grazie alla profonda conoscenza delle malie delle storie leggendarie che reggono la cultura siciliana e classica popolare. Un particolare merito hanno le illustrazioni del testo, curate nei minimi dettagli con solerzia e creatività che regalano luce e magia al libro. Chiara Nott e Rosario Battiato hanno interpretato l’antropologia moderna in chiave favolistica, le contemporanee metamorfosi dei personaggi fantastici, iniziano dalla Isola.
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