Un detective dai modi spicci, un amore non corrisposto, la scomparsa di una donna e le reticenze del marito. Dietro il semplice giallo, ne “La presenza e l’assenza” Franz Krauspenhaar si intrecciano stanchezza del vivere e voglia, nonostante tutto, di continuare a vivere…
Di quale presenza ci parla Franz Krauspenhaar nel suo ultimo libro, La presenza e l’assenza (160 pagine, 15 euro), edito da Arkadia? È probabilmente quella vita in controluce, quella vita in filigrana che Guido Cravet, ex poliziotto e ora detective dai modi ruvidi, srotola nel suo incedere stanco e disilluso, senza più nessun legame da raccontare, ma con un nuovo amore sulla punta della sua Luger, quello per Carla Nisiati – un’altra presenza che in realtà è assenza – purtroppo non corrisposto
Un noir abrasivo
Un libro tosto, un noir abrasivo in una Milano senza orpelli dove la misteriosa scomparsa di una bella e ricca ragazza darà la stura ad una contrapposizione investigativa dai modi poco ortodossi, tra due personalità ugualmente enigmatiche e caratterialmente difficili, quella di Guido Cravet, appunto, e quella di Dino Salluzzi, psicopatico detective brianzolo. Nel mezzo le reticenze sospette di Rossano Tommei, il marito della donna scomparsa, e una scrittura come sempre diretta e fascinosa, amara e disperata.
Pagare il pegno sotto questo cielo
Sebbene non manchino i colpi di scena, Krauspenhaar si smarca dal semplice giallo, inerpicandosi in una storia torbida e pericolosa, dove una certa stanchezza del vivere (l’assenza?), unita a una volontà di continuare ad esistere nonostante tutto (la presenza?) originano una narrazione manicheista in cui nessuno veramente si salva, dove ognuno, in qualche modo, paga il proprio pegno sotto questo cielo.
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