Un «laboratorio straordinario per un sociologo» è Palermo in “Conosci l’estate?” di Simona Tanzini, giallo estivo in cui si trova coinvolta Viola, giornalista che soffre di un disturbo neurologico: a ogni musica abbina un colore, e in qualche modo le capita lo stesso con le persone… Protagonista una città dalle mille stratificazioni che mescola contraddizioni
È un agosto di scirocco a Palermo e Viola, giornalista televisiva trasferita in città da nemmeno un anno, sarebbe in ferie. Non fosse che proprio in quei giorni viene ritrovato un cadavere e, tra un pezzo di cronaca e la voglia di scoprire l’assassino, la vita del nuovo personaggio creato da Simona Tanzini diventerà un po’ più vivace del solito. Perché in fondo Viola è una giornalista, e il suo fiuto per le domande non è andato in vacanza.
La visione dei colori
Al lettore appassionato di cantautorato italiano non sfuggirà la citazione di Fabrizio De André che dà il titolo al romanzo Sellerio, Conosci l’estate? (271 pagine, 14 euro). Quella di Simona Tanzini è infatti una storia piena di musica, e anzi è la musica stessa a definire uno degli aspetti più originali di Viola. La giornalista romana, di stanza a Palermo per una scelta provvisoria di vita, soffre infatti di un disturbo neurologico che chi lavora con le parole conosce come figura retorica: la sinestesia. Si tratta di una percezione che allaccia insieme sensi diversi. A Viola capita con la musica, i suoni, e i colori: a ogni musica abbina automaticamente un colore. E siccome ogni persona ha una sua melodia – ma qui siamo fuori dalla medicina e dentro l’invenzione letteraria – ogni persona ha anche un colore.
Sarà proprio la sinestesia cromatica, che si accompagna a una serie di altri disturbi di Viola, a dare il passo a questa storia. È infatti dalla sensazione di vedere il sospettato assassino di un certo colore carta da zucchero che la giornalista si convincerà che l’omicida non può essere lui. Ed è di nuovo dalla percezione del colore che si arriverà alla soluzione del caso, con un gran colpo di scena finale.
Una soluzione narrativa che renderà da subito speciale Viola e che la farà amare dai lettori per il suo modo di vedere il mondo. Un punto di vista che ogni tanto si inceppa: di che colore è infatti uno dei personaggi che lei stessa non riesce a inquadrare perché cangiante, e che per questo chiama Zelig? Interrogativi che fanno crescere la voglia di leggere altre avventure della nuova detective di casa Sellerio.
Le ferie del giornalista
Anche se, a dire il vero, Viola non è un’investigatrice, è una giornalista. Il che a volte potrebbe essere un sinonimo: in entrambi i casi non si smette di farsi domande, e di cercare risposte. La ricerca è il filo conduttore di questa indagine che volente o nolente Viola si ritrova a seguire accanto ai colleghi della cronaca durante le sue strane ferie passate in città. E se dapprima è solo questione di coincidenze, via via che la questione si complica diventa un esplicito appoggio al suo collega Roberto e all’operatore.
Viola lavora per l’agenzia ADI che si occupa di informazione con alcuni approfondimenti locali da tutta Italia, tra cui Palermo. Ci sono già due ragazze morte nelle pagine di cronaca cittadina quando arriva la terza e, come giustamente sa calcolare Viola, il circo mediatico si predispone a gonfiare il tutto affinché sembri il giallo dell’estate, la stagione regina per la cronaca nera, mentre tutto il resto è fermo.
Entriamo così insieme alla protagonista nel dinamico mondo del giornalismo televisivo fatto di colleghi, di presenze, scoop, ritualità sempre uguali per stare «sulla notizia», di cui è impossibile fare a meno. Scopriamo insieme a lei che non bastano i giornalisti in una redazione tv, servono anche tecnici, come gli operatori video e i montatori, a cui spettano messa a fuoco, audio, forma del racconto per immagini. Ed è proprio da un riferimento agli operatori e alla loro tipica frase «quando vuoi», modo standard per dare l’ok al giornalista al microfono, che trapela una delle questioni più legate al mestiere di giornalista che porta il lettore stesso dentro gli ingranaggi di una redazione, perché «a volte in realtà proprio non vuoi, ma è irrilevante. Ci sono mestieri così, che se vuoi o non vuoi, comunque devi. Vorrei che qualcuno riuscisse a capirlo, o che qualcuno riuscisse a spiegarlo».
Palermo è un ossimoro
Viola è un personaggio molto particolare: ha lasciato Roma per trasferirsi solo momentaneamente a Palermo, «non ho radici, già sono instabile per i fatti miei – dice – Non so se mi trovo su un terreno franoso, o se il terreno franoso sono io». Quello che è certo è che, nell’eterno presente in cui ha scelto di vivere per mancanza di alternative, tra il mestiere e la sua malattia neurodegenerativa, si trova a che fare con una città dalle mille stratificazioni che lei stessa, con sguardo da sociologa qual è, definisce un ossimoro.
Palermo è un «laboratorio straordinario per un sociologo» commenterà pensando a Goffman e alla vita quotidiana come rappresentazione. Una città che mescola tutto: vicoli bellissimi e insieme terribilmente struggenti, nobiltà e povertà intrecciate a pochi passi, il mare e l’assenza di una spiaggia che non sia Mondello. Palermo la affascina, e con Viola ne è stregato il lettore, che si trova per lo più a girare per le vie del centro e dell’antico quartiere della Kalsa, dove si svolgono molti dei fatti. Viola si muove, spesso in bus, per una città che deve ancora conoscere stilando l’elenco dei suoi luoghi preferiti, e sono immancabili lo Spasimo, la Cala, la cattedrale…
Pur intercettandone le tante anime, è soprattutto una Palermo di bellezza e cultura quella che apprezza, che la accoglie fornendole la bolla protettiva di cui ha bisogno. Città di frasi che sono trionfi barocchi, e il cui battito si coglie osservando il linguaggio, che è privo di futuro proprio come lei. Palermo, dice Viola, «è quanto di più estero io abbia vista nella vita […] e contemporaneamente è una specie di manuale di istruzioni sull’Italia. È un po’ difficile e un po’ ovvio. Palermo è un ossimoro». Un posto perfetto per risolvere delitti: aspettiamo la prossima indagine di Viola firmata Simona Tanzini!
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