“Odiando Olivia” racconta il rapporto malato e autodistruttivo che lega Max e Olivia, due amanti che si lasciano travolgere da una passione animalesca. Un concentrato di rabbia emotiva, quello scritto da Mark Safranko, che in certi passaggi perde in intensità e introspezione…
Romanzo ruvido, volutamente abrasivo. Odiando Olivia (268 pagine, 18 euro) di Mark Safranko (tradotto da Gabriella Montanari e Michael Wernli), edito da Vague Edizioni, bisogna beccarselo così. Con quel suo linguaggio crudo e arido, a raccontare una storia d’amore altrettanto cruda e arida. Quella tra Max e Olivia, due perdenti, due sognatori, due amanti nel pieno di una relazione tormentata che via via perde ogni coordinata umana per diventare pura esperienza ferina, istintiva, animalesca. Un rapporto malato e autodistruttivo fatto di insulti, botte e tradimenti. Un concentrato di rabbia emotiva che travolge tutto, sentimenti compresi.
Nessuno tocchi Bukowski
Nonostante alcuni accostamenti azzardati a Bukowski, Safranko perde in intensità e introspezione. Per quanto la storia sia hard, dura e granitica, si ha un po’ l’impressione che in alcuni passaggi ci siano evidenti cali di tensione, come se ci si fosse stancati di raccontare delle vicende prive di qualsiasi entusiasmo o sorpresa.
Dopo tanto soffrire
Un senso di malinconia, soprattutto nelle ultime pagine del libro, conclude il racconto di una storia d’amore durata quattro anni, destinata forse ad essere ricordata per tutta la vita, incapace di suscitare oramai alcuna reazione, perché dopo tanto soffrire, scrive l’autore, non si cercano più risposte. Visto che, oramai, non ci si fanno più domande.
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