Pubblicato l’audiolibro di “A ciascuno il suo” di Leonardo Sciascia, voce narrante l’attore Francesco Scianna. Un grigio prof che indaga in proprio, un lieto fine che non arriva, un noir più che un poliziesco, se si potesse restringere in un perimetro un’opera del gigante di Racalmuto. Assaggio audio da ascoltare
In terra di mafia, nel Regno di Omertà, vivono – e muoiono! – “cretini” per nulla paragonabili agli altri “cretini” sparsi nel resto del pianeta. Sono strani personaggi che non sanno farsi i fatti propri e credono, persino, nella Giustizia. Nella Verità. Come il tragico protagonista di A ciascuno il suo, il romanzo che Leonardo Sciascia chiude con una frase, praticamente una lapide, suggerita da uno dei tanti … benpensanti di paese: «Laurana era un cretino». L’opera, uno dei capolavori senza tempo scritti dal Gigante di Racalmuto, è ora disponibile anche in audiolibro nel catalogo Emons (durata 3 ore e 33 minuti, 12,90 euro in cd di prossima uscita o 7,74 euro in download). Voce narrante, l’attore Francesco Scianna.
L’Osservatore
Per uno scherzo del destino, a tradire il professor Laurana è il suo spirito di osservazione. Anzi, l’Osservatore (Romano). Il grigio “prof”, infatti, nota come dal quotidiano della Santa Sede siano state ritagliate le lettere usate per comporre un anonimo messaggio di morte, recapitato al farmacista di un piccolo comune di Sicilia. L’episodio fa “scruscio”, ma neppure tanto. Tranne, poi, diventare detonazione quando il farmacista e un amico medico vengono assassinati durante una battuta di caccia. Partendo da quei frammenti, Laurana decide di indagare in proprio. E pure lui, peraltro abbagliato dall’avvenenza di una inconsolabile vedova, viene ammazzato non appena si avvicina troppo al “notabile” che di quel duplice delitto è il mandante.
La “sciascianità”
Molti hanno classificato A ciascuno il suo nella categoria del poliziesco. Manca il lieto fine, però. I colpevoli emergono, ma restano impuniti. Quindi, sarebbe più corretto parlare di “noir” se non fosse che appare riduttivo restringere in un perimetro, in una definizione, l’opera di Sciascia. L’ironia e il pessimismo, l’erudizione e la semplicità di ogni frase, di ogni capitolo, sono semplicemente alcuni tratti di “sciascianità”. La sicilianità di Sciascia. Che fa storia a sé nella storia della letteratura e appartiene all’identità di un popolo perché – come scriveva lo stesso Leonardo Sciascia – «il nome di uno scrittore, il titolo di un libro, possono a volte, e per alcuni, suonare come quello di una patria».
Cento anni, ma non li dimostra
L’8 gennaio del 2021, Leonardo Sciascia avrebbe compiuto cent’anni. Romanzi come Il giorno della civetta e A ciascuno il suo, racconti come Il mare colore del vino sembrano però scritti ieri. Sono tutti classici, sempreverdi. Perché, stando a una delle definizioni di classico formulata da Italo Calvino, sono tutti «libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti».
Ascolta un brano da A ciascuno il suo nella versione di Francesco Scianna