La scrittrice Federica De Paolis, presentatasi con le generalità della madre scomparsa, si è aggiudicata il riconoscimento promosso da DeA Planeta Libri col romanzo “Le imperfette”: 150mila euro – che la vincitrice devolverà in parte in beneficenza – la pubblicazione e varie traduzioni. Appuntamento in libreria il 9 giugno
Un romanzo che si muove fra il sentimento del desiderio e il senso di apparenza. Un romanzo sulla consapevolezza, quello che ha vinto la seconda edizione del Premio Planeta: Le imperfette di Federica De Paolis, romana, scrittrice, dialoghista cinematografica e autrice televisiva. Presentato con pseudonimo (Paola Punturieri) e con il titolo provvisorio di Apri gli occhi; anche se è narrato con il punto di vista di Anna, la protagonista, Le imperfette narra la storia di una famiglia. Lo pseudonimo utilizzato da Federica De Paolis, ha radici profonde: «Ho deciso di partecipare con il nome di mia madre che è mancata tempo fa, mia madre è la ragione per cui mi sono messa a scrivere, questa cosa così forte mi ha dato la spinta a lasciare quello che stavo facendo e scrivere il primo romanzo. Sembrerà banale, ma in quel momento ho avuto la sensazione che si muore, perciò non dobbiamo rimandare ciò che desideriamo fare – dice De Paolis – La protagonista la ricorda, ho pensato che partecipare al Premio DeA Planeta con il suo nome fosse qualcosa di magico e in effetti questa magia l’ho sentita, portare il suo nome credo abbia aiutato».
Un piccolo fatto di cronaca
Il libro si apre con un prologo forte: «Anna, la protagonista, arriva alle pendici di una montagna e trova protezione civile e carabinieri a sbarrarle la strada dicendole che una madre e i suoi bambini sono dispersi, ma Anna risponde che quella madre è lei», racconta De Paolis. Una storia a tratti noir, che si rifà anche ad uno scandalo avvenuto in Francia e riguardante le protesi mammarie, «c’è un piccolo fatto di cronaca che mi ha colpito ed è nel libro», dice De Paolis; una storia in cui le “imperfette” che danno il titolo al libro sono le donne (ma più in generale l’essere umano), con il loro «sentirsi fuori fuoco». La prima volta che la parola appare nel romanzo la pronuncia il marito di Anna, che definisce imperfette le donne che ricorrono a lui per interventi di chirurgia estetica; ma ci sono anche imperfezioni nella maternità, che è l’altro tema centrale del romanzo: «Alle volte ho sentito questa frase: “Ogni volta che nasce un bambino, nasce una madre”, a questa frase non credo – puntualizza Federica De Paolis – la maternità non coincide con il parto e la nascita di un bambino. Questo punto è centrale, Anna vuole bene ai suoi figli (che sono piccoli) ma prova un senso di soffocamento. All’inizio questa ansia, che le produce la maternità, le scatena una mania di controllo, dopo l’inizio della relazione con un altro uomo (che non è suo marito) comincia ad allontanare interiormente i bambini da sè. Ad esempio lei ama i suoi bambini quando dormono, che è il momento in cui l’interazione non esiste, in questo senso la maternità nel mio libro, non è l’espressione di una gioia, ma un cammino verso la crescita e all’appropriamento della maternità». Anna non è una donna consapevole, non è felice, senza identità, è l’emanazione di qualcosa, è la madre di, la moglie di. Quando inizia la relazione con un altro uomo, vede uno spiraglio di felicità che inizia a perseguire, ma anche se ci sono campanelli che la devono mettere in guardia, lei non apre gli occhi. Un titolo provvisorio, Apri gli occhi che ha consentito, nel corso della premiazione, di fare un rimando al periodo che stiamo vivendo, danneggiato dal Covid-19, in cui la necessità di aprire gli occhi, di guardare con consapevolezza il nostro presente, a prendere coscienza, rimanda al libro di De Paolis.
Il successo della seconda edizione
Una seconda edizione per Dea Planeta, che guarda ai successi della prima edizione del Premio, in cui parteciparono 1.200 iscritti e il libro di Simona Sparaco, “Nel silenzio delle nostre parole”, vincitrice del Premio 2019, raccolse il plauso della critica: “Il libro non si è fermato mai, nelle guerre e nelle calamità, si è sempre continuato a leggerlo e anche a scriverlo, l’auspicio è che anche questo anno ci dia le soddisfazioni raccolte nell’anno trascorso”, ha detto Gian Luca Pulvirenti, amministratore delegato di DeaPlaneta Libri. Sono stati cinque i giurati che hanno selezionato le cinque opere finaliste – gli altri quattro romanzi Il ladro di note di Greta Leone (pseudonimo), Il pugnale di ossidiana di Giulia Nebbia, Terre di vento di Marco Steiner e Jacu di Paolo Pintacuda, fra le centinaia di candidature giunte alla casa editrice, dall’Italia e anche da diversi Paesi europei, dall’Africa e dal Medio Oriente, e da cittadini di origine straniera che vivono in Italia e scrivono nella nostra lingua. La vincitrice – proclamata in videoconferenza – riceverà la dotazione del premio pari a 150mila euro, la pubblicazione in Italia con DeA Planeta e in lingua spagnola presso case editrici del Gruppo Planeta, insieme alle traduzioni in inglese e francese. Federica De Paolis ha annunciato che parte devolverà parte della vincita in beneficenza, “per aiutare in questo momento così buio tante persone in difficoltà”. Le imperfette di Federica De Paolis sarà in libreria a partire dal 9 giugno.