Domani al via la fase due dell’emergenza Coronavirus. Si è detto, scritto e ironizzato tanti sui… congiunti. Qui una top five letteraria di libri, fra storie impossibili e strategie da adottare per gli amori inesistenti, o fuori (dal) Comune
L’amore ai tempi del Coronavirus, più che l’esultanza degli amorosi sensi sembra la recherche delle affinità congiuntive, o delle stabilità affettive – certificate -: una questione tutt’altro che semplice, specie se gli amati vivono in case separate o ancor peggio in Comuni differenti. Tempi di magra dunque, per gli amanti non ancora legalmente riconosciuti, costretti a rimandare le nozze, a vedersi clandestinamente e con scuse rattoppate per incontrarsi, sia pure per pochi minuti, in modo casuale, al supermercato o in fila alla farmacia. A quali pretesti ricorre chi, invece, non ha ancora un amato da incontrare e tanta voglia di uscire? La recherche volge verso un’altra opzione: la ricerca del congiunto perduto. Nella ormai famosa “Fase due” annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, l’attenzione si è focalizzata sulla possibilità di rincontrare gli affetti dopo una cinquantina giorni di separazione, i membri della famiglia lontani ma non troppo, senza però creare assembramenti e adottando le dovute precauzioni. La questione degli affetti stabili di cui ha parlato il presidente, e in particolare la parola congiunti, pochi minuti dopo l’annuncio hanno però scatenato l’ironia degli internauti che, non avendo chiari i parametri della questione, si sono chiesti cosa si intenda per legami stabili e quali siano i parametri per considerarsi congiunti, ma sopratutto se il fidanzamento non ufficializzato legalmente rientri in una qualche categoria di permessi.
Da Cinquanta sfumature di affetti stabili a Ho scritto T’amo sull’autocertificazione da I congiunti al tempo del Coronavirus a Il giardino dei Finti-cugini il mondo di internet ha ironizzato non poco, ricorrendo a prestiti letterari e cinematografici. Di amori clandestini, in comodato d’uso, eccezionali e fuori dal comune ne è piena la letteratura. Nei prossimi giorni se ne discuterà con Cono Cinquemani ideatore del progetto “Ambulanza letteraria” scrittore e ideatore di un innovativo progetto dedicato ai libri e alla lettura che in questi giorni di lockdown, insieme con Demetra Barone e Lorena Cinquemani, sulla pagina social ufficiale, hanno allietato tutti i pomeriggi dalle 15 alle 16, le giornate dei più piccoli, e non solo, leggendo favole, storie e leggende in diretta streaming. Il grande successo dell’iniziativa è balzato alle cronache nazionali della Rai che ne ha trasmesso un servizio. Ambulanza Letteraria è anche una libreria itinerante, e dopo aver girato l’Italia a bordo di una machine, durante l’emergenza Covid si è convertita in presidio medico culturale virtuale. Si è reinventata in streaming nella fase uno, raccontando storie con “Favole al telefono”, e con i “Parafiati” nella fase due: libri come mascherine, per non dimenticare che un libro, la cultura possono salvare. E anche fare ironia.
Ecco quindi una prima Top Five di libri che parlano di storie impossibili e strategie da adottare per gli amori inesistenti, o fuori (dal) Comune.
5) Romeo e Giulietta. Strategia: fingersi morti
La prima storia a cui si pensa quando si parla di amori impossibili è certamente di shakesperiana memoria, quella famosa di “Romeo e Giulietta” i due amanti, figli di famiglie avversarie che nella Verona del 1600 ricorrono all’amato speziale per paventare una morte apparente e poter vivere insieme, una volta terminato l’effetto del veleno che Giulietta beve, e convolare a segrete nozze. Come tutti sappiamo però, questo piano non ha portato i risultati sperati. Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti muoiono entrambi a causa di una imprecisa tempistica di consegna del messaggio chiarificatore, che li avrebbe invece salvati. Romeo non sa che Giulietta esanime, in realtà non è morta e si uccide; Giulietta al suo risveglio scopre che l’amato Romeo è morto e si uccide con il suo pugnale. Quindi, se proprio volete fingervi morti e, tra i quindici invitati al vostro funerale (cosa consentita nella fase 2) vorrete includere l’amata/o, per incontrarvi e già che ci siete, in chiesa, sposarvi, assicuratevi che il vostro congiunto sia al corrente del piano.
4) Maria e Nino. Strategia: fingersi innamorati, giusto il tempo, senza lasciarsi consumare dal sentimento. E occhio ai parenti!
Se a furia di guardare la finestra di fronte, scoprite interessante il vicino o la vicina di casa, apparentemente disponibile, assicuratevi che anche i genitori lo siano: affabili e disposti a lasciarvi frequentare il figlio/a, una volta risolta la questione pandemia. In Storia di una Capinera, Giovanni Verga, nella Catania del 1850 imbastisce una storia che fa eco alla celebre favola di Cenerentola. La giovane Maria, costretta a vivere con la matrigna del padre e i suoi due figli, viene mandata in convento dove vi resta per molti anni. Rientra nella dimora paterna, costretta a causa dell’epidemia del colera che in quegli anni colpisce il Paese. Rincontra Nino, un ragazzino con cui era solita giocare da piccola quando ancora abitava in famiglia. L’innamoramento tra i due, annunciato in tenera età, rinvigorisce e si manifesta portentoso. Quel sentimento clandestino però, viene scoperto dalla matrigna che, gelosa di quella storia d’amore, rimanda la figliastra in collegio e la costringe a prendere i voti lasciando che sia l’amata figlia Giuditta a sposare Nino. E, anche stavolta, che ve lo dico a fare, finisce in tragedia.
3) Mademoiselle de Maupin raccontata da Théophile Gautier. Strategia: Fingersi folli. Per pochi e non per tutti. Estrema
Tra le strategie più assurde per poter incontrare un congiunto, quella adottata dalla leggendaria Madamoiselle de Maupin, la cantante più celebre della Francia settecentesca, sembra davvero un azzardo. Assai sconsigliabile. La storia raccontata dalla penna di Gautier in forma epistolare sarebbe però un fatto di cronaca, un avvenimento realmente accaduto. La giovane artista, femminista e personaggio controverso della storia francese, percorre l’intero paese in abiti maschili, per poter lavorare come artista, recitando. Durante uno dei suoi tanti viaggi conosce una giovane fanciulla della quale si innamora perdutamente e pare essere da lei ricambiata. La famiglia della fanciulla, offesa da certe voci di paese che vedrebbero la figlia coinvolta in una storia di omosessualità clandestina, decide di mandarla in convento per far tacere le dicerie. La stravagante De Maupin però non si arrende e decide di seguirla. Si spoglia degli abiti maschili e si finge una facoltosa ereditiera con visioni mistiche. Confida alle dame del collegio il suo desiderio di entrare in convento perché le visione le avevano suggerito di fare in questo modo. Ricongiuntasi con l’amata in quel luogo sacro, escogita un piano per fuggire dal convento: trafuga il cadavere di una suora appena deceduta, lo colloca nella cella della sua innamorata, appicca il fuoco e approfitta della confusione per scappare con la donna che sarebbe stata creduta morta.
2) Don Chisciotte e la sua donna inesistente: Strategia: fingersi congiunti ma ricordarsi i dettagli
Fingere di avere un congiunto sembra l’escamotage più in voga della fase 2 per poter uscire da casa, senza incorrere in gravose sanzioni. Nel capolavoro picaresco di Miguel De Cervantes, il cavaliere folle Don Chischiotte, amante dei poemi cavallereschi di cui fa incetta nella sua vita di lettore appassionato, decide di intraprendere un lungo viaggio esattamente come i beniamini dei suoi amati romanzi. Si procura un cavallo, un amico fidato Sancho Panza e quando si accorge di non possedere una dama a cui dedicare le ardite imprese, ne immagina una: Aldonza Lorenzo, ribattezzata da don Chisciotte, Dulcinea del Toboso. La donna inesistente ne avvalora l’impresa. Costruisce quindi la figura di questa dama donandole un carattere impudico e chiassoso, un profilo di donna sofisticata e prova a ricordarne sempre i dettagli. È per lei che l’eroe della Mancia affronta i più grandi pericoli, a lei si rivolge nei momenti di cruccio e trepidazione. Invocando lei affronta il suo primo nemico, per lei si prende smacchi e vittorie. Quindi, per i coraggiosi come Don Chisciotte, rielaborando la citazione machivellica nella visione donchisciottiana: fine e mezzi abbisognano di giusti ingredienti, ergo dettagli chiari per rendere verosimile il tutto. L’eroe folle sfida tutto e tutti, perfino una labile memoria, pur di uscire.
1) Renzo e Lucia. In questo periodo hanno dovuto sentirsi ripetere: “Questo matrimonio non s’ha da fare!” Strategia: pazientare. Forse dopo ringrazierete anche
Storia comune a tutti i futuri sposi che si son visti costretti a rimandare la data del loro primo ‘sì’ , il viaggio nuziale, come quelli di Renzo e Lucia e ironizzare, ricorrendo alla frase famosa del romanzo di Alessandro Manzoni, I promessi sposi. Tranquilli, questa storia però finisce bene.