Memoria, suspense, malinconia: implacabile Ondaatje

“Luci di guerra” è l’ennesimo classico di Michael Ondaatje, ingiustamente famoso in Italia solo come autore de “Il paziente inglese”. Il protagonista, abbandonato dai genitori, nella Londra postbellica, prova a comprendere, quindici anni dopo, il mistero della propria vita, rievocando un’adolescenza anticonformista, tra mistero e inquietudine

Un maestro, al suo settimo romanzo, sette anni dopo l’ultimo. Singalese naturalizzato canadese, Michael Ondaatje è noto ai più per Il paziente inglese, divenuto un fortunato film, ma l’etichetta gli sta stretta, ha una vasta produzione all’attivo e anche titoli più importanti rispetto a quello più famoso. Bellissimo il precedente semiautobiografico L’ora prima dell’alba – romanzo di mare, elegia dell’infanzia, riflessione sul passaggio dalla gioventù all’età adulta – non da meno il più recente, Luci di guerra (258 pagine, 20 euro) in italiano grazie alla traduzione di Alba Bariffi e pubblicato come sempre dalla casa editrice Garzanti.

Un fratello, una sorella, una fuga

Tra realtà e squarci onirici, ambientato in Inghilterra, dove l’autore ha trascorso l’adolescenza, Luci di guerra del generoso e leggibile Ondaatje si regge su Nathaniel e sua sorella Rachel, lasciati dalla madre Rose (che ha una doppia vita, è una spia) in custodia a un conoscente, un tipo ambiguo (dall’enigmatico soprannome di Falena) che per loro sarà comunque un punto di riferimento; la madre sparirà – il padre l’ha già fatto – lascerà Londra (è il 1945) per trasferirsi a Singapore, in fretta e senza bagagli.

Ammaliare il lettore

Con andamento da classico e periodi lunghi, per una lettura da assaporare lentamente, Ondaatje imbastisce le domande e la ricerca che un più maturo e consapevole Nathaniel intraprende – anche attraverso la passione per le mappe – quindici anni dopo la partenza della madre, riflettendo sulla propria adolescenza anticonformista, strana e piena di avventure: un mistero da comprendere per mettere ordine tra pensieri e ricordi, dopo un’educazione, anche sentimentale, nella Londra postbellica. La suspense e l’introspezione, il mistero e l’incertezza, la curiosità e l’inquietudine vanno di pari passo. Tutto concorre ad ammaliare il lettore, a risucchiarlo in una storia dall’andamento implacabile. Tutto, a cominciare dalla magistrale evocazione del passato che Ondaatje affida ai suoi personaggi. E dalla malinconia iniettata a ogni riga.

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