“Spillover” di David Quammen è uno dei libri del momento: non una profezia, ma una previsione sulla pandemia che stiamo vivendo, sulla Natura affascinante e crudele. Conoscere è sempre meglio che ignorare e aiuta a difendersi
Per mettersi a leggere Spillover (608 pagine, 14 euro), pubblicato da Adelphi, in questo drammatico momento storico, serve coraggio. Anzi più che per mettersi a leggerlo, soltanto per aprirlo, considerato l’argomento che David Quammen tratta in lungo e in largo: i virus e le malattie che questi esserini minuscoli scatenano nel nostro organismo. Il sottotitolo di Spillover è “L’evoluzione delle pandemie” e anticipa abbondantemente quello che sta succedendo oggi nel mondo. Badate bene però: non si tratta di profezie, ma di previsioni, cosa ben diversa. Prevedere nel senso di provare ad anticipare quello che potrebbe succedere sulla base di condiserzioni logiche e dati tecnici, frutto di studi e ricerche rigorosamente a carattere scientifico. Non troverete niente di Nostradamus, tra le pagine di Spillover, tradotto in italiano da Luigi Civilleri.
Accattivante come un thriller
Ci vuole coraggio, dicevamo per aprire questo tomo di oltre 600 pagine con un minaccioso pipistrello che domina la copertina nera. Però una volta iniziata la lettura, arriverete senza dubbio fino alla fine. Per diversi motivi: innanzitutto perché l’argomento non è poi così terribile e pauroso come si potrebbe immaginare. Poi perché conoscere (anche le cose peggiori) è sempre meglio che ignorare e aiuta a difendersi. E infine perché Quammen è un arguto e abile divulgatore scientifico, capace di rendere questo saggio accattivante come un thriller.
Meticolosa ricerca
Infarcendo il suo racconto di aneddoti vissuti in prima persona e usando un linguaggio preciso e asciutto che lo aiuta a rendere comprensibili anche i concetti più astrusi, Quammen attraversa gli ultimi due secoli tracciando la storia dei patogeni più conosciuti, dall’Ebola alla Sars, passando per l’Aids e gli ormai famigerati – purtroppo – Coronavirus. Argomenta di virus noti e di quelli che invece non hanno trovato grande spazio sulla stampa internazionale, ma da cui bisogna guardarsi. Un lavoro di ricerca meticoloso portato avanti per anni, i cui protagonisti sono gli scienziati e i malati da un lato, gli animali e i patogeni dall’altro. Ma non pensiate che sia una guerra, buoni contro cattivi. Non lo è. Non ci sono buoni e cattivi. C’è semplicemente la Natura, affascinante e crudele: il rapporto morboso che lega i virus alle loro vittime, è lo stesso che c’è tra predatore e una preda. Uomini, animali e virus sono tutti sulla stessa barca e hanno il medesimo obiettivo: sopravvivere per non estinguersi, come avrebbe potuto dire Darwin.
Esplosione demografica e danni al pianeta
Quammen scava a fondo, cerca di ricostruire come e perché in un dato momento, un dato virus ha fatto il salto (uno spillover, appunto), passando da una specie ad un’altra fino a giungere agli esseri umani. E come successivamente si sia diffuso, seminando sofferenza e malattie. Ma la parte più intrigante (e inquietante) resta quella legata al futuro: il giornalista americano prova a capire perché le pandemie stanno aumentando e nella sua ossessiva ricerca che lo porta attraverso i cinque continenti, trova risposte più che esaurienti nell’esplosione demografica umana e nei danni (forse irreversibili) causati al pianeta della nostra specie negli ultimi decenni. E soprattutto si chiede quando scoppierà la prossima pandemia? Il libro è del 2012. La “prossima” pandemia la stiamo vivendo.
15 pillole tratte da “Spillover” di David Quammen
#01 “Le malattie infettive sono un argomento triste e terribile, certo, ma in condizioni ordinarie sono eventi naturali, come un leone che sbrana uno gnu o un gufo che ghermisce topo. Solo che non sempre le condizioni sono ordinarie”
#02 “Tutti i tipi di influenza umana sono zoonosi”
#03 “Abbiamo violato, e continuiamo a farlo, le ultime grandi foreste e gli altri ecosistemi intatti del pianeta, distruggendo l’ambiente e le comunità che vi abitavano. A colpi di sega e di ascia, ci siamo fatti strada in Congo, in Amazzonia, nel Borneo, in Madagascar, in Nuova Guinea e in Australia. Facciamo terra bruciata, in senso letterale e metaforico. Un parassita disturbato nella sua vita quotidiana e sfrattato dal suo ospite abituale ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi”
#04 “Come fanno questi patogeni a compiere il salto dagli animali agli uomini? E perché sembra che ciò avvenga con maggiore frequenza negli ultimi tempi? Da un lato la devastazione ambientale causata dalla pressione della nostra specie, dall’altro la nostra tecnologia e i nostri modelli sociali che contribuiscono a diffonderli rapidamente”
#05 “Qualche Cassandra ben informata parla addirittura di Next Big One, come di un fatto inevitabile. Sarà causato da un virus? Si manifesterà nella foresta pluviale o in un mercato contadino della Cina Meridionale?”
#06 “Ogni spillover è come una lotteria, dove il patogeno compra un biglietto nella speranza di avere in premio una vita nuova in spazi più larghi. Ha una minima possibilità di non finire in un vicolo cieco, di andare là dove non è mai andato e di essere ciò che non è mai stato. Talvolta ha un colpo di fortuna. Pensate all’Hiv”
#07 “Chi preferisce vedere nell’elaborata strategia adattativa dei virus un disegno intelligente, dovrebbe fermarsi un attimo e chiedersi perché mai Dio avrebbe speso tanta della Sua intelligenza per progettare un parassita malarico”
#08 “Ogni malattia infettiva è di per sé un ecosistema”
#09 “La famiglia dei coronavirus sono virus a RNA […] e i virus a RNA mutano senza ritegno”
#10 “Una volta entrato in un organismo a lui non familiare, il virus può trasformarsi in un innocuo passeggero, una moderata seccatura o in una piaga biblica. Dipende”
#11 “In una popolazione in rapida crescita come la nostra, con molti individui che vivono addensati e sono esposti a nuovi patogeni, l’arrivo di una nuova pandemia è solo questione di tempo”
#12 “A volte il salto avviene e non succede nulla. A volte invece si sviluppano malattie gravi per il nuovo ospite […] Ciò che determina il successo di un patogeno nel nuovo ospite è in gran parte il caso. Già, il caso è di gran lunga il fattore più importante”
#13 “Tanti dei nuovi virus emergenti provengono dai pipistrelli. Perché proprio dai pipistrelli? Intanto perché sulla Terra, un mammifero su quattro è un pipistrello (esistono oltre 1100 specie di chirotteri). Perché sono animali molto sociali e vivono in giganteschi assembramenti che favoriscono il contagio (certe tane ospitano più di un milione di individui). Perché sono molto antichi e quindi hanno avuto modo di sviluppare anticorpi naturali. Perché sono longevi (alcuni vivono fino a 25 anni) e la longevità accresce di molto le opportunità di trasmissione del virus. E perché volano e si spostano per decine e decine di km”
#14 “Il fattore cruciale è la trasmissione da uomo a uomo. È questa capacità del virus a fare la differenza tra una malattia come Ebola – strana, incomprensibile, spaventosa ma confinata in ambito locale – e una semplice pandemia globale […] Un caso tipico è il Sars-Cov: questo virus ha una marcia in più”
#15 “Mediamente l’influenza stagionale colpisce almeno 3 milioni di persone ed è causa di 250mila decessi in tutto il mondo. Nelle migliore delle ipotesi è una malattia molto pericolosa, e nella peggiore può diventare un’apocalisse”
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