“Femminismo e libertà di scegliere per le donne” sono alcuni dei temi del romanzo “Il silenzio dell’acciuga” di Lorena Spampinato, che è stato ufficialmente candidato nel listone del prossimo Premio Strega. Abbiamo intervistato la giovanissima autrice, che considera questo suo libro come un nuovo debutto
Candidata ufficialmente al prossimo premio Strega da Lidia Ravera, autrice che ha molto apprezzato le sue pagine e ha speso parole importanti nella motivazione (che si può leggere qui). È la scrittrice catanese Lorena Spampinato, con il romanzo Il silenzio dell’acciuga, pubblicato dalla casa editrice Nutrimenti da alcune settimane. Lorena Spampinato, classe 1990, è al suo quarto libro, ma considera quello appena pubblicato un nuovo esordio, dopo tre libri young adult pubblicati, quando era giovanissima, dalla casa editrice Fanucci.
LuciaLibri l’ha intervistata al termine della presentazione palermitana del suo libro, andata in scena al Mondadori Point di via Villareale. E Lorena Spampinato – che nel corso della presentazioni ha sciorinato un canone ideale composto, fra le altre, da Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Anna Banti, Lalla Romano – ha spiegato in che termini il suo romanzo può considerarsi un romanzo femminista, come sottolineato da un’alta scrittrice, Nadia Terranova, ma anche come il femminismo si sia evoluto negli anni, o come poteva intendersi nella Sicilia degli anni Sessanta.
Tresa, giovanissima protagonista de Il silenzio dell’acciuga, ha un fratello gemello, Gero, una madre morta, una padre che lascia lei e il fratello alle cure della zia materna, Rosa. Un incontro che capovolge in qualche modo il destino di Tresa, cresciuta dal padre in modo da soffocare la propria femminilità. In classe Tresa è chiamata “masculina”, ovvero acciuga, in dialetto. La sua formazione è raccontata con uno sguardo limpido e uno stile di scrittura elegante e delicato, sebbene i temi affrontati – solitudine, dolore, umiliazione, scoperta del sesso – siano tosti…
Qui la nostra videointervista, buona visione