Siamo ancora come Salinger. Siamo come Holden alla sua età: facciamo fatica ad accettare le regole del gioco, a fare i conti con chi ha già pianificato tutto. L’effetto che fa il capolavoro del genio americano letto da tempo e riletto, ancora
Non importa quanti anni abbiamo noi lettori compulsivi de Il giovane Holden di Jerome David Salinger, quante volte siamo tornati a rileggerlo. Non importa convincerci che il XX secolo ha fatto il suo corso e il XXI ci sta piombando addosso e sono giunti a noi, ai nostri occhi i libri di scrittori (forse) più colti, creativi e intelligenti. A un certo punto della giornata, o dell’anno, torniamo a leggere di questo adolescente tormentato, insofferente, ribelle, poetico, concentrato sulla bellezza e sui sentimenti senza essere sentimentale. Stufo marcio delle convenzioni, del ceto a cui appartiene, della spocchia elitaria della Ivy League, degli insopportabili compagni Stradlater e Ackley. Ed è stata una sorpresa bella incontrarlo di nuovo, grazie alla nuova traduzione di Matteo Colombo, che non sconfessa quella datata di Adriana Motti. Stanno bene assieme. Si completano.
Le rivoluzioni anticipate
Salinger ha fatto epoca e a lui hanno attinto tutti, tutti – anche quelli che fanno finta di no, anche quelli che negano, anche quelli che ne hanno festeggiato la morte su Twitter. Le peregrinazioni di Holden a New York, il suo smarrimento esistenziale, il suo essere bugiardo, infantile, depresso, mai fasullo però, portano dritto alle rivoluzioni del pensiero e del costume che ha anticipato, sono lì impresse su carta e stanno lì da molto prima. Quel libro purissimo di Salinger – potreste credere che ha scritto schegge ancora migliori? Non libri interi, ma brevi racconti, o solo periodi di racconti, pensate a certe frasi che ci sono dentro Franny – continua a rimbombare, a rimbombarci dentro e uno dei motivi è lampante: Salinger non ha scritto certo un libro per ragazzi. Con le sue storie continua a riguardare noi: c’è chi lo deruba, ci sono i pochissimi che non disprezza (Phoebe, la sorella minore), l’amica Sally che rifiuta di fuggire con lui, l’irraggiungibile ragazza amata, Jane.
Andare in giro con Holden
Salinger, non siamo più giovani, forse, né tantomeno facciamo o facevamo parte di una splendida gioventù dalle idee chiare. Facciamo fatica ad accettare le regole del gioco, a fare i conti con chi ha già pianificato tutto, abbiamo paura di decidere ma ci proviamo, guardiamo ai dettagli che per altri sono marginali, facciamo di tutto per ritardare l’annuncio di una pessima notizia, siamo ironici e incompresi, ancora in crisi da allora, dall’età in cui lo eri tu. Siamo più Fitzgerald e meno Hemingway. Cerchiamo ancora il nostro posto nel mondo e andiamo in giro, con te e col vecchio Holden.