Un paio di classici americani, quattro contemporanei italiani, oltre a un poeta centrale nel nostro Novecento. I sette consigli elargiti da Daniele Mencarelli, autore de “La casa degli sguardi”, sono libri non scontati e preziosi, libri da scoprire, leggere o rileggere
“Il cielo è dei violenti” di Flannery O’Connor (Einaudi)
Da una delle scrittrici più grandi del ventesimo secolo, un romanzo impossibile da dimenticare, mistico e selvaggio, come i protagonisti che ci vivono dentro. Siamo nell’America degli anni 60, Tarwater è un vecchio che si considera un profeta, in punto di morte chiede al nipote, che è cresciuto con lui, di andare a cercare lo Zio Bishop, maestro elementare, e di battezzargli il figlio ritardato.
“Cattedrale” di Raymond Carver (Einaudi)
Per scoprire un maestro della parola, e della vita. Attraverso il suo libro di racconti più importante e apprezzato, a partire da quello che dà il titolo alla raccolta. Una storia di rivelazione, che ci conduce dalla cecità apparente alla luce della scoperta del mondo. Per dire all’uomo che la realtà ci parla ovunque, e attraverso chiunque.
“La dieta sono io” di Luca Doninelli (La Nave di Teseo)
In modo lucido e profondissimo, una riflessione sull’uomo e le sue schiavitù, che siano alimentari o di altra natura poco importa. Perché il meccanismo è sempre lo stesso, come il bisogno che abbiamo, tutti, di nasconderci dietro una sostanza, o un sentimento. Un libro per liberarci un poco di noi stessi…
“Pianissimo” di Camillo Sbarbaro (Marsilio)
Un libro di poesie. Sì. Pianissimo è la raccolta, esile quanto memorabile, che inizia il nostro Novecento poetico. Un secolo unico, difficilmente ripetibile. Nelle sue liriche, Sbarbaro conduce la poesia nel territorio della modernità, dove alienazione e nevrosi rischiano di divorare l’uomo. Lo fa con una lingua di cristallo, plasmata in figure indimenticabili.
“Arsenale di Roma distrutta” di Aurelio Picca (Einaudi)
Da una delle penne più riconoscibili del nostro panorama, un affresco struggente e innamorato di Roma, città senza simili. Dai fasti del passato, dove mito e miseria si intrecciavano indissolubilmente, alla snervata e umiliante versione presente. Un canto d’amore, di nostalgia vitalissima, un grido di dolore che vorrebbe proteggere e trattenere.
“La scordanza” di Dora Albanese (Rizzoli)
Uno degli esordi più belli degli ultimi anni. In un sud onirico, popolato da figure antiche come il mondo, la storia di Caterina, giovane donna che vorrebbe fuggire dal suo destino, dalla sua terra che le sta come un marchio a fuoco. Dora Albanese ha il respiro delle grandissime scrittrici.
“Confessioni di un neet” di Sandro Frizziero (Fazi)
Una fotografia della nostra contemporaneità, attraverso le vicende, assai monotone, di un Neet, un giovane che vive chiuso in camera, in simbiosi con il suo account social, che non vuole consapevolmente né relazioni né lavoro, che ha rinunciato a una vita per come intesa negli ultimi duemila anni. Dietro l’ironia, una feroce disamina sull’ipocrisia della nostra società attuale.