Rabbia e veleno nelle oltre cinquecento pagine di “Black&White” di Lewis Shiner: in pagine ispirate a episodi di cronaca c’è tutta l’arroganza della classe egemone, quella bianca, che promette prosperità ai neri ma persegue solo il proprio tornaconto…
Questo libro è un distillato di rabbia e di veleno. È la storia di quell’America settaria e incappucciata che non riesce a fare pace con il proprio passato, che non risolve le sue contraddizioni interne, nonostante il mondo continui a guardarla come ad un faro di speranza. Lewis Shiner, autore di Black&White (535 pagine, 25 euro), edito dalla Giulio Perrone editore, ci parla senza veli del razzismo bieco, di quello rancoroso e violento che da decenni, sino a oggi, si nutre di una dialettica conflittuale tra bianchi e neri, trascinandosi dietro, come una slavina, le vicende di uomini e di donne che con le discriminazioni devono fare i conti, finendone spesso ammaccati.
L’ipocrisia al potere
In questa trama, che parte dai primi anni ’60 fino agli inizi del secondo millennio, c’è un pulviscolo di atrocità nei fatti raccontati, liberamente ispirati anche da episodi di cronaca. C’è tutta l’arroganza di una classe egemone – quella bianca – che promette prosperità ai neri, perseguendo invece solo il proprio tornaconto: il riferimento ai processi di rinnovamento urbano, molto in voga negli anni ’60 e di cui si parla ampiamente nel libro, costituiscono una testimonianza di quella ipocrisia al potere che all’epoca mise in mezzo alla strada migliaia di niggers cui furono demolite le proprie case in attesa di negozi, scuole e abitazioni, in realtà mai costruite.
Il viaggio a ritroso, il cadavere di un attivista
Dentro questo gioco delle parti troviamo Michael Cooper, il protagonista. Al capezzale del padre Robert, è deciso a cercare la verità: c’è infatti una storia non detta, non raccontata che lo riguarda. In penombra vi è coinvolta anche sua madre, Ruth, e la famiglia di lei, con a capo il potente Wilmer Bynum. Michael vuole sapere, ci sono troppe cose che non tornano, troppe incongruenze, troppi misteri. Il suo sarà un viaggio a ritroso, attraverso i racconti dei genitori attraverso un’America marcia, macchiata dalla corruzione, dall’omertà e dalla untuosa tendenza alle cospirazioni. Il ritrovamento del cadavere di un attivista afro-americano, ucciso più di trenta anni prima, darà la stura ad una serie di confessioni in cui tutti verranno inchiodati alle proprie responsabilità e ai rispettivi colpevoli silenzi. Personaggi femminili di colore, come Mercy, l’amante del padre, e Denise, la sua fidanzata, giocheranno infine un ruolo centrale perchè sarà proprio grazie a loro che Michael, dopo innumerevoli colpi di scena, riuscirà a superare le increspature dell’odio e del rimpianto, scoprendo e accettando la sua vera identità e rimettendo ogni cosa al posto giusto, nonostante i venti dell’odio razziale continuino a soffiargli vicino.
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