Sally Rooney, anatomia di una scrittrice speciale

Due libri di cui è difficile spiegare a parole il fascino, ma di cui è facilissimo innamorarsi. Da “Parlarne tra amici” a “Persone normali”, che si assomigliano ma sono diametralmente opposti, Sally Rooney da un romanzo all’altro stravolge certi temi, ma sceglie sempre la profondità

È stato detto che la sorpresa indotta da questo secondo lavoro, Persone normali, della giovane scrittrice irlandese Sally Rooney ha sorpassato la già calda reazione al suo romanzo d’esordio. Chi ha letto Parlarne tra amici e se lo ricorda farà fatica a immaginare un libro migliore del primo.

Ambigua e armonica interdipendenza

Forse non è tanto questione di stabilire quale sia il migliore, quanto di quanto abbiano da dirci questi due libri, di quanto ci possano comunicare sia presi singolarmente, sia nella loro ambigua eppure armonica interdipendenza.

La dialettica tra il primo e il secondo romanzo di Sally Rooney comincia dalla copertina: giallo, moderno, rarefatto Parlarne tra amici (296 pagine, 12 euro), con i due mezzi volti femminili in primo piano, un fronte compatto, molto visual; riflessivo, intimo, introverso Persone normali (148 pagine, 19,50), una figura femminile e una maschile questa volta, più lontani, che non si guardano, malinconia in campo celeste.

Il quadrilatero

I due romanzi di Rooney si assomigliano, eppure sono diametralmente opposti. In Parlarne tra amici (Einaudi, 2018) l’autrice mette in scena un singolare quadrilatero di affetti e attrazioni, con tutte le complicazioni del caso. Frances e Bobbi sono due ragazze ventunenni, colte, inserite nell’ambiente editoriale e abituate ad esibirsi in coppia ad eventi di poesia chiamati spoken word, performance dove interpretano a due i testi prodotti da Frances. Si sono conosciute alle superiori e hanno condiviso una relazione, che ora è finita. Quando entrano in contatto con Melissa e Nick, lui trentaduenne lei più grande di lui, legati da un matrimonio apparentemente stabile, si sviluppa una dinamica parallela per cui Bobbi è attratta dalla personalità di Melissa, che si occupa di biografie di personaggi famosi e collabora con alcuni grossi siti letterari, mentre Frances scopre di aver instaurato un istantaneo feeling con Nick.

Melissa vuole scrivere un pezzo biografico sul lavoro poetico di Frances e Bobbi: è affascinata dalla giovinezza delle due ragazze, dal loro aspetto, dal modo in cui funzionano in coppia e dal fatto che siano state insieme. Bobbi si appassiona di Melissa. Nick, il marito di Melissa, disapprova l’effervescenza di Bobbi e cerca ristoro nell’elegante intelligenza di Frances. Nick fa l’attore teatrale, è molto affascinante. Frances si scopre interessata a Nick, e ostile a Melissa.

Il culmine di questa situazione di tensioni subliminali si ha in Francia, nella villa dove Melissa ha invitato alcuni amici a una piacevole vacanza. Melissa ha invitato personalmente Bobbi (e Frances, certo), ignara del fatto che Frances e Nick intanto hanno dato il via a una relazione clandestina.

La coppia

In Persone normali (Einaudi, 2019) Rooney sembra fare un’operazione di approfondimento, di discesa. Toglie la seconda coppia. Abbassa l’età dei protagonisti, che conosciamo prima del diploma, alle superiori. Toglie l’elemento femminile, scegliendo una coppia più “tradizionale” fatta di un ragazzo e una ragazza. Marianne è ricca, ipermentale, estremamente intelligente, ha un rapporto difficile coi suoi altezzosi e anaffettivi familiari, ed è emarginata a scuola. Connell è proletario, bello, popolare a scuola, il classico bravo ragazzo cresciuto da una mamma che l’ha avuto troppo presto e che lavora come governante in casa di Marianne.

La mamma di Connell si chiama Lorraine, è una donna very strong ed è il simbolo della differenza di classe schiacciante che permea tutto il libro, la consapevolezza di un divario di estrazione sociale tra i due, che, assieme all’impopolarità di Marianne, porteranno Connell al tenere segreta la relazione intensa che costruisce con Marianne.

Marianne dice sempre sì. Soverchiata dalla sua passione per Connell, si farebbe fare qualsiasi cosa. È una sorta di resa senza combattere, cui l’hanno abituata anni di soprusi e violenze psicologiche da parte della famiglia. Una remissività che fa a pugni con l’elevato livello di strumenti mentali e culturali della ragazza, tutti inutili, perché lei rimane un individuo insicuro, sempre mancante di qualcosa.

Amiche e no

In Parlarne tra amici l’elemento femminile è volitivo, accentratore di scelte: Frances ha una personalità estremamente autonoma, nel suo strisciante autolesionismo prende sempre l’iniziativa, e ha del coraggio, anche nel privarsi di qualcosa. La tematica dell’amicizia femminile dà aria al romanzo, ampliando le sue prospettive, allargando e complicando gli orizzonti al di là di una asfittica dinamica di coppia uomo-donna.

In Persone normali non ci sono amiche. Marianne non ha amiche, raccoglie su di sé la tragica responsabilità delle eroine letterarie più famose, quella di votarsi interamente a un unico essere di sesso maschile.

Nel suo libro di esordio Rooney pone in nuce alcune delle tematiche che complicherà e stravolgerà nel secondo romanzo: l’autolesionismo, appunto, la solitudine, la depressione, che da nube passeggera diventa in Persone normali una spirale violenta, capace di debilitare una persona tanto gravemente da farle accarezzare – o compiere – il suicidio.

Lingua sorprendente e realismo implacabile

Resta la lingua sorprendente con cui Rooney racconta le sue storie, senza raccontarle. Tutto è lasciato dire dai personaggi, attraverso dialoghi complessi e scambi di mail. Descrizioni parche e quasi assenti accrescono una potente sensazione di realismo, implacabile come lo scorrere del tempo, misurato in capitoli nel primo libro, e in diciture come “Due mesi dopo”, “Sei mesi dopo” nel secondo, quasi una vertigine cronologica che induce l’ansia di perdere dei pezzi, andare troppo avanti.

Il finale, di nuovo di proporzionalità inversa. Nel primo libro due solitudini fanno un incontro, affermano un sì come un bocciolo. Nel secondo libro dal grumo indistinguibile della relazione (fatta di una pesante dipendenza) nascono due persone autonome, capaci di lasciarsi andare. «Davvero, pensa, davvero. Le persone possono veramente cambiarsi a vicenda.»

Parlarne tra amici raffinato, iperfemminile e aureo come un minuetto, e Persone normali greve e grave, ma da cui non ci si può staccare, sono due libri di cui è difficile spiegare a parole il fascino, ma di cui è facilissimo innamorarsi.

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