Patrignanelli: la guerra, la borgata e una torrida estate

Ne “La fine dell’estate” di Serena Patrignanelli una grammatica narrativa complicata, struggente, ma incapace di decollare. Eppure il carburante c’è, a cominciare da una scrittura limpida e da una masnada di ragazzini…

Difficile dare un giudizio sereno su La fine dell’estate (352 pagine, 18 euro) di Serena Patrignanelli, pubblicato dalla casa editrice NN. Molto difficile. Se dovessi immaginare una figura retorica per rappresentare questo libro, parlerei di una pista di lancio. Pronta per essere scagliata in alto, però, non è una navicella spaziale, ma una storia. Di quelle strane però, che faticano ad uscire dall’utero della loro autrice. Perchè quella che ci si para innanzi è una grammatica narrativa complicata, se vogliamo anche struggente, ma incapace di decollare veramente. Eppure il carburante c’è, c’è eccome.

Personalità non sempre seducenti

Innanzitutto una scrittura delicata, limpida come può esserla l’acqua marina del primo mattino. Parole dolci, ben cernite, sartorialmente sezionate. Leggere, rarefatte, in contrasto con il contesto storico descritto nelle oltre trecento pagine del libro. Siamo in pieno conflitto bellico, infuria la Seconda Guerra Mondiale e in questo quartiere che si nomina, senza mai specificare di preciso quale sia (Tuscolano? Alessandrino? Mandrione?), rollano sulla pista gli intrecci narrativi di tanti personaggi dai contorni e dalle personalità non sempre seducenti. Forse i protagonisti sono Augusto e Pietro – degli Achille e Patroclo ante-litteram – e il loro strampalato progetto di costruire una macchina a gasogeno. Oppure sono Ottavio e Sorcaelettrica e tutto quel carico di segreti incestuosi che spetta al lettore scomporre. O addirittura le due più brilloccicose figure femminili, – Virginia, cattiva, acuta ed enigmatica e Semiramide, con il suo dolore da cancellare, da destituire ontologicamente.

Tra bombardamenti e rastrellamenti

Tra i muri divelti e scrostati di questa borgata romana, che non è più campagna, ma non è ancora città, tra bombardamenti, rastrellamenti e morti ammazzati, tutte queste storia finiranno per incrociarsi nell’arco di una torrida estate. Un masnada di ragazzini, nei cui assembramenti echeggia l’epica de “ I ragazzi della via Paal” o persino de “ Il Signore delle Mosche” di William Golding, si sostituirà agli adulti, finendo però per essere sopraffatti da vicende umane e storiche più grandi di loro, con le quali proveranno maldestramente a fare i conti.

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