Elisa Casseri racconta il percorso di crescita e il comune tormento di quattro adolescenti ne “La botanica delle bugie”. Un dramma geniale, psicologico e sociale, che ricorrendo a una continua metafora ritrae il fallimento degli adulti, dell’infelicità che si finge contentezza, o normalità
Quanto ci influenzano le opinioni degli altri? Si può essere persone migliori solo fingendo di esserlo? È possibile vivere una vita intera all’ombra di una bugia? E quanto male può provocare la verità? La botanica delle bugie (301 pagine, 18 euro) di Elisa Casseri, pubblicato da Fandango Libri, racconta il percorso di crescita, frastagliato e mai semplice, di quattro adolescenti: Nicla, Caterina, Giorgio e Quirino. Un quadrilatero di vite che si intreccia e si snoda durante il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Quattro protagonisti diversi tra loro e provenienti da famiglie diverse, investiti dallo stesso tormento: la paura di dire ad alta voce verità palesi. Ognuno la propria, tutte vere e nascoste. Sottaciute o silenziate. Sostituite da mezze sincerità o mezze bugie.
Le bugie, strategia di sopravvivenza
Quattro ragazzi, le cui vite si sono legate da una amicizia che il tempo ha trasformato in sentimenti altri: opportunistici, leali, convenienti, d’abitudine, bugiardi. Mezze verità che coprono quarti di bugie e che incrementano la distanza dai desideri, allestendo di fianco alla realtà il laboratorio dove sintetizziamo l’ipocrisia, la vernice di facciata, di cecità selettiva. L’autrice mette in scena un dramma geniale, psicologico e sociale, ricorrendo alla metafora della botanica per raccontare il fallimento degli adulti, dell’infelicità che si finge contentezza, o normalità, o qualcosa che assomigli alla serenità eppure, andando in fondo a questi sentimenti, risulta chiaro che così non è. Non può esserlo. Raccontare bugie, raccontarsi bugie per sembrare, o essere, altro è una strategia di sopravvivenza.
I giudizi che le persone hanno di te
Il viaggio di crescita o, per dirla alla maniera della botanica, la fioritura fa di tutto per non sembrare una bugia, crescere secondo una naturale biologia. Gli uomini invece, talvolta artificiano tale percorso lo rendono macchinoso e commediante. Uno stato di frustrazione crescente e logorante, fino a esplodere. Il libro diviso in quattro fasi porta il lettore alla riflessione. La bugia si innesta nella prima fase adolescenziale: la germinazione, perché il dentro è talmente condizionato dal fuori che il tuo rapporto con te stessa è sbilanciato, sghembo, e vincono sempre i giudizi che le persone hanno di te. Nicla vive in campagna con la madre Rita, crede di essere innamorata di Quirino ma è troppo timida e introversa per esporsi, anzi cerca di restare in un angolo, di apparire agli altri il meno possibile perché non si sente all’altezza, perché si vede brutta, perché deve compensare con la sua silenziosa presenza nel mondo a tutto il rumore creato dai suoi genitori; Quirino forse ricambia l’amore di Nicla ma lei è silenziosa, sfuggente e allora cerca una vita con Caterina.
Imparare chi sei e cosa ti piace
La seconda fase è la fioritura, l’opportunità dell’età adulta che permette al piccolo fiore di distaccarsi dal nucleo familiare ed essere finalmente qualcos’altro rispetto alla propria famiglia, costruire una propria biografia secondo indole personale, ma in questo stadio la geografia del passato inonda i pensieri e le azioni. Il passato e quelle voci antiche emergono a tormentare il presente. Perché non ti concentri di più su te stessa, invece di ossessionarti sempre su quello che gli altri pensano di te? Perché non capisci che la scala con cui ordini le cose è sballata? (…) Perché non combatti un pò e impari chi sei e cosa ti piace, scegli dei parametri su cui basare la tua vita?
Non sai mostrare il tuo dolore
Nella terza fase, quella della maturazione dei frutti, la rivelazione dovrebbe avvenire fisiologicamente, come un’epifania. Guardare finalmente in faccia alla realtà delle cose come dovrebbe fare Caterina che calata nel ruolo di moglie modello, impeccabile, perfetta e triste, subisce il tradimento del marito e le bugie che è costretta ad ascoltare e a far finta di credere. Perchè la realtà è che non ci guardiamo mentre andiamo in pezzi perché i pezzi sono la nostra vera configurazione di base, quella è la realtà: la non appartenenza. Restare con l’idea di essere l’aggettivo che qualcuno ha usato per descriverci: Pessima madre, pessima figlia, pessima nipote, ecco cosa sei. Nonostante tutto non hai ancora imparato a parlare di te, a condividere le difficoltà, a mostrare il tuo dolore per metterlo di fianco a quello degli altri: in pratica, non hai ancora imparato a vivere.
L’abbandono di prudenza e diplomazia
La senescenza: ovvero l’arrivo della quarta fase, che se ne frega di quale sia la verità. L’esplosione. L’abbandono della prudenza e della diplomazia. Ma davvero questa tarda dissolutezza consola? Elisa Casseri già autrice nel 2014 del suo primo romanzo, Teoria idraulica delle famiglie, edizioni Elliot. e vincitrice, nel 2015, della 53° edizione del Premio Riccione per il Teatro con il testo L’orizzonte degli eventi, con La botanica delle bugie ha creato un romanzo solenne, indimenticabile.
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