Roupenian, un artiglio inquisitore che ci scava dentro

Le short stories di Kristen Roupenian, in gran parte legate al sesso e con punti di vista femminili, strizzano l’occhio al genere horror, chiamando in causa i disagi interiori più comuni. L’autrice è diventata un caso negli Usa grazie al successo sul web del racconto “Cat Person”. Il successo di Roupenian – elogiata e criticata, anche per le sue influenze – deriva da come rovista tra le inquietudini…

Kristen Roupenian sa come maneggiare la paura. I suoi non possono essere definiti racconti horror, ma fanno l’occhiolino al genere. La Roupenian è brava a giocare con le inquietudini del lettore e con i disagi interiori più comuni, senza chiamare in causa mostri notturni o bestie orripilanti. Il suo è uno stile agile e concreto, capace di illuminare sulla scena solo ciò che serve per dare la giusta sfumatura all’intreccio. Ma non solo: la Roupenian insinua il dubbio e lo abbandona lì, nella testa di chi legge, a ronzare come una vespa che sbatte ripetutamente contro il vetro. Nei suoi racconti, tradotti da Cristina Mennella, Gianni Pannofino e Maurizia Balmelli, pubblicati da Einaudi, sotto il nome di Cat Person (256 pagine, 17,50 euro) basta che qualcuno bussi alla porta per sentire scorrere un brivido freddo lungo la schiena o lasciarsi prendere da cattivi presagi.

Le paure della società digitale

C’è qualcosa che fatichiamo a decifrare nelle paure che provoca la cosiddetta società digitale. Paure diffuse che la Roupenian ha saputo cogliere e attraverso i suoi racconti ora ci somministra. Paure forse riplasmate dalla mole di notizie terrificanti che ogni giorno ci piovono addosso, da ogni angolo del pianeta, amplificate dal chiacchiericcio dei social network e talvolta distorte ad arte. Chi non ha mai temuto per sé, magari solo per un attimo, dopo aver sentito di un molestatore seriale neozelandese o di uno squinternato che ha scannato un tizio incontrato per caso in uno scantinato dell’Ohio? Chi non ha mai temuto che un folle terrorista, con le tasche imbottite di esplosivo, non irrompa nella scuola del figlio facendo strage di innocenti? Chi non ha mai temuto (quasi sempre sbagliando) che dietro i modi gentili di quell’anziano vicino di casa, non si nasconda un pedofilo?

Il flirt che tradisce le attese

Negli Stati Uniti, dove certe sensibilità letterarie emergono prima che altrove, Kristen Roupenian, 38enne di Boston, è diventata un autentico caso. Il racconto che dà il titolo alla raccolta (Cat Person, appunto) è stato pubblicato dal sito del New Yorker ed è risultato il secondo testo più letto in assoluto nel 2017. La protagonista è una giovane cassiera (Margot) impiegata in un bar presso un anonimo cinema di periferia. Margot una sera conosce un 34enne (Robert). Ne nasce un flirt, fatto di battutine e messaggi al cellulare. Da qui l’appuntamento, che però tradisce le aspettative di Margot. Situazione tipica, nella quale è molto facile immedesimarsi. Ci facciamo un film in testa, poi la realtà (lui/lei) si rivela ben altra cosa. Durante i preliminari, Margot intuisce che non le piacerà fare sesso con Robert, ma anziché mollarlo si concede ugualmente, un po’ per la paura (della reazione di Robert), un po’ per l’imbarazzo (che il suo rifiuto a quel punto comporterebbe). Robert non è un violento, anzi, si mostra insicuro e imbranato. I suoi modi grezzi e spicci spengono il desiderio di Margot. Ma la scarsa conoscenza del partner, poco propenso alle confidenze personali, e la paura di finire nelle fauci di un mostro, fanno sì che la ragazza si lasci andare. Concedersi quasi passivamente, alla fine, risulta più logico, sicuramente più veloce, che infognarsi in spiegazioni umilianti e rischiose.

Viralità e clamore

Nel mondo della cultura a stelle e strisce, Cat Person è stato definito il “primo racconto virale”, perché in effetti è stato grazie al tam tam dei social network che ha acquistato una notorietà improvvisa e imprevista, probabilmente anche in virtù del fatto che il racconto è stato pubblicato nello stesso periodo in cui sui media si parlava giornalmente del movimento #metoo. Una notorietà che ha fruttato all’autrice un contratto editoriale da oltre un milione di dollari per scrivere due libri.

Letto King. E allora?

Prima di pubblicare questo volume, Cat Person (che nella versione originale si intitola You Know Yoy Want This, ovvero Lo sai che lo vuoi), la Roupenian aveva scritto solo qualche racconto horror. Non tutti per la verità hanno apprezzato la raccolta in questione. E in effetti non tutti e 12 i racconti brevi sono riusciti (bene) allo stesso modo. Le storie sono in gran parte legate al sesso. Il punto di vista è quasi sempre al femminile. Secondo una influente blogger americana, Emily Gould, i racconti di Kristen Roupenian “sono i lavori di una studentessa e sbandierano chiaramente cosa li ha influenzati”. Che la scrittrice cresciuta a Boston abbia fagocitato Stephen King (e non solo), lo si intuisce immediatamente. E allora? Il successo di Cat Person non dipende certo dalle letture/influenze dell’autrice. Semmai è frutto del rovistare di un artiglio inquisitore, leggero eppure graffiante, con cui Kristen Roupenian scava dentro ognuno di noi.

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