Carola Susani rinverdisce la tradizione del fantastico italiano con “La prima vita di Italo Orlando”, storia di un giovane senza memoria che sconvolge il destino di una famiglia e di un piccolo borgo, nella campagna siciliana degli anni Cinquanta. La narratrice, Irene, è poco più di una bimba e, come molti, ha con Italo un rapporto ambivalente…
Un piccolo dio in un un borgo della campagna siciliana degli anni Cinquanta, un ragazzo magico che inanella prodigi e cambia la vita delle persone attorno a sé. È lecito pensare a influenze del realismo magico sull’ultima opera di Carola Susani, ma è più saggio collocarla nella linea del fantastico italiano, alimentato nei decenni da Bontempelli, Landolfi, Savinio, Ortese, pur se ambientata in uno spaccato agreste degno di novelle veriste. La prima vita di Italo Orlando (144 pagine, 15 euro), pubblicato da Minimum Fax nella collana che Fabio Stassi ha ereditato da Nicola Lagioia, è annunciato come il primo volume di una trilogia e forse il suo compimento totale lo avrà nell’ambito dei tre libri. Il giudizio, comunque, non rimane sospeso. Per la collocazione inattuale, per lo stile inconsueto, per la refrattarietà all’autofiction, alle storie di migranti, ai racconti ambientati a Napoli, l’ultimo romanzo della veneta Carola Susani può piacere a chi non si accontenta di quanto passa il convento in quantità industriali.
Dolce e inquietante, tra seduzione e invidia
Italo Orlando non è il vero nome del protagonista, glielo affibbiano pensando che si tratti dello stesso ragazzo scomparso qualche tempo prima da Marsala, il figlio di un avvocato che ha perso il senno. La narratrice della storia è Irene, poco più che bambina, senza madre (morta partorendola), ma con un padre, il fotografo Giuseppe, e una nonna, Lucetta. Irene e il padre lo trovano un giorno d’estate, sprofondato nel sonno in un mandorleto, lo portano a casa, una dimora del Settecento in stato d’abbandono, deviando il corso della vita, non solo la loro. Italo non ha memoria del passato, ma conquista la fiducia di Giuseppe e s’intende a meraviglia con Lucetta. Bello e con un’area speciale dove arriva lascia il segno, in casa di Irene, riparando un camino, scopre alcune monete antiche, in paese scaccia le cornacchie, trova l’acqua. Sa essere dolce, ma anche inquietante, scompare e riappare. Divide, naturalmente, ammalia e seduce (Irene su tutti, che con lui ha un rapporto ambivalente, di vicinanza e ritrosia), però scatena invidie e maldicenze.
Tante Sicilie e i momenti chiave
Nelle pagine di Carola Susani c’è una scrittura precisa e mai banale, una lingua immediata ma anche alta, un non detto che s’insinua tra i fatti, una Sicilia gotica e arcaica, intessuta di superstizioni, quella post-bellica in cui i bunker si sono trasformati in zone dove i bimbi giocano, ma anche la Sicilia che scopre il petrolio e in qualche modo si avvia verso un percorso di pseudo-industrializzazione. A Sette Cannelle, l’immaginario borgo in cui è ambientata la vicenda, va in scena un momento chiave, di passaggio, della storia italiana recente, e altri due dovrebbero essere individuati dall’autrice per le prossime vite del misterioso Italo Orlando.
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