I limiti dell’amore nel microscopio di Tayari Jones

“Un matrimonio americano” è un romanzo superbo che va in territori poco esplorati con coraggio, che non ha paura di incarnare quella che non è una favola. Tayari Jones scrive di discriminazioni razziali e di una giustizia che non funziona, ma, attraverso una straziante storia d’amore, delle contingenze e del caos delle relazioni

Prendere la vita, e quanto questa somma di giorni possa essere devastante, e scaraventarla in un romanzo che parla anche di discriminazione razziale, anche dei vuoti della giustizia e di certi suoi danni indescrivibili, anche di sogni realizzati e di delusioni atroci, ma principalmente del caos, delle contingenze e del filo tenue delle relazioni umane, che per essere messi in scena hanno bisogno di una storia d’amore straziante e di qualche colpo di scena, di quelli che irrompono nella vita vera.

Tre voci e uno scambio di lettere

Tayari Jones, classe 1970, dichiaratamente una discepola del mito Toni Morrison, arriva finalmente in Italia con il suo Un matrimonio americano, (364 pagine, 18 euro), quarto romanzo dal 2002 a oggi. Arriva grazie all’editore Neri Pozza, che ne ha affidato la traduzione ad Ada Arduini. È un romanzo – prossimamente diventerà un film – che l’autrice ha scritto e riscritto prima di trovare l’alchimia perfetta, fatta di più punti di vista, da scambi epistolari (lettere che sono il distillato migliore e cruciale di tutto il libro), da tre voci in prima persona, quelle di Celestial, Roy e Andre, ovvero la moglie, il marito e chi li ha fatti conoscere, compagno di college di Roy. Dopo una notte trascorsa in un motel, il marito finisce in carcere ingiustamente, dopo un processo sommario, per uno stupro , che non ha commesso, ai danni di una donna che ha invece aiutato. Innocente lui e innocente lei, che non si adopera per provare a tirarlo fuori e non lo attende, ma in libertà – sola a circa un anno e mezzo dalle nozze – fa scelte che mettono in luce i disastri di un matrimonio fondato su qualcosa di molto fragile.

Lui ha bisogno di lei, lei no

Lui ha ancora bisogno di lei, lei però la pensa diversamente. Il tempo cambia tutto, la lealtà, l’attesa sono concetti liquidi. E quell’artista in ascesa nata e cresciuta ad Atlanta si distacca progressivamente da suo marito, manager originario della Louisiana, che s’è fatto largo con il merito, vincendo borse di studio e prendendosi quello che voleva, incarnazione del sogno americano. Lei cerca conforto altrove, in altri abbracci, in altre braccia. Emergono anche bufere familiari, fantasmi del passato, e tutto traballa. Anche, soprattutto, quando Roy lascia la prigione prima dei dodici anni previsti dalla condanna. Tayari Jones, con la testa, col cuore e con le mani ha scritto un romanzo superbo, che guarda ai limiti dell’amore col microscopio, che va in territori poco esplorati con coraggio, che non ha paura di incarnare quella che non è una favola. Un frutto prezioso che arriva dagli Stati Uniti, che di buono sanno solo regalarci romanzi.

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