Romagnolo e le sue donne nel mirino della vita e della storia

Due esistenze femminili, due amiche inseparabili ma separate da un oceano sono al centro di “Destino” di Raffaella Romagnolo, documentatissimo romanzo storico sulla prima metà del ventesimo secolo, fra States e nord Italia. Tra una fuga e un ritorno, Giulia e Anita tireranno le somme di vite che hanno vissuto passaggi epocali

Chi guarda con sospetto a romanzi dai canoni classici e che guardano troppo al passato, potrebbe essere piacevolmente sorpreso da Destino (397 pagine, 21 euro) di Raffaella Romagnolo, edito da Rizzoli e dalle due protagoniste femminili, due amiche-nemiche, lungo buona metà del ventesimo secolo. Se Giulia Masca, incinta, scappa precipitosamente e, a Genova, s’imbarca per New York – è il 1901 – è perché ha visto Pietro, promesso sposo con cui sarebbe andata all’altare di lì a pochi giorni, baciare Anita Leone la sua migliore amica, un’idealista contrapposta alla sua concretezza. Si rivedranno dopo quarantacinque anni, quando Giulia, vedova di un grossista americano, per pochi giorni tornerà col figlio Michael (che è figlio di Pietro) tra Piemonte e Liguria, tra Borgo Di Dentro e Cascina Leone.

Non una semplice epopea al femminile

Sullo sfondo, ma più spesso in primo piano, nell’arco temporale che intercorre fra fuga e ritorno, le vicende storiche del periodo, tra emigrazione e guerre, proibizionismo e crollo della borsa di Wall Street, investono le vite di folle di personaggi (c’è più di un albero genealogico presente in Destino) di questo romanzo corale, in cui spiccano Giulia che fugge e Anita che resta (erano state anche colleghe alla Filanda Salvi), la scalata sociale della prima e la resistenza della seconda in un’Italia devastata da due guerre e dal fascismo. Della maggior parte di passato è all’oscuro Giulia che accompagna il figlio in un viaggio d’affari per capire che fine hanno fatto la madre Assunta e la vecchia amica, nata il suo stesso giorno. Sarebbe semplice scivolare fra le pieghe di una narrazione che si nutre di sentimentalismo e patetismo, ma l’autrice ha il polso per reggere vicende ben più complesse e profonde di una semplice epopea al femminile.

Le ferite, non tutte rimarginabili

Nella scrittura di Raffella Romagnolo, che non disdegna tecnicismi e dialettismi, semplicità ed eleganza formale, si esplicita un vasto lavoro di documentazione, a cui l’autrice non è nuova, se si dà uno sguardo alla sua produzione, in particolare a quel piccolo gioiello che l’ha fatta conoscere al grande pubblico, La Masnà. Tenerezza, altruismo e speranza s’intrecciano ad abbondanti dosi di dolore e ingiustizia, per le tante ferite della vita e della storia, tutte memorabili non tutte rimarginabili. Eppure Destino è principalmente una storia di vita e determinazione, di fiducia incrollabile nell’uomo, nonostante tutto. Meritate le traduzioni in lingua tedesca, francese e olandese.

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