Lo scrittore friulano torna in libreria con “Furland®”, romanzo di sfrenata immaginazione per riflettere su cosa siamo diventati e su cosa potremmo diventare. Nel 2023 il Friuli è uno stato autonomo, trasformato in un grande parco divertimenti che ricrea perfino i rastrellamenti nazisti. Le attrazioni, però, sono messe in crisi…
«Tutti sapevano che, immediatamente dopo l’indipendenza, Vittorio Volpatti si era ritirato a vita privata in una località segreta del Furland, delegando il governo agli Amministratori e ai Supervisori […] L’immagine e la voce del nostro Leader erano onnipresenti. I suoi discorsi venivano riproposti a ogni festa nazionale, le sue foto e i suoi ologrammi ti guardavano da ogni edificio pubblico». Il discorso dell’indipendenza di Volpatti si era intrecciato a un tricolore ammainato e alle note di un vecchio film, Il gladiatore. Prima c’erano state una guerra civile, risolta con la battaglia di Latisana nel giugno 2023, e una pulizia etnica che aveva risparmiato solo i friulani. Dopo, Volpatti era sceso a patti con la concretezza del dio denaro, con gli stessi poteri forti che combatteva, con i soldi di alcuni investigatori stranieri che, di fatto, avevano trasformato il Friuli, sotto l’egida dell’Amministrazione, in un enorme parco divertimenti, con rappresentazioni di grande verosimiglianza: fucilazioni naziste, aristocrazie asburgiche a Trieste, insediamenti longobardi, villaggi celtici, sacrifici druidici. Di un futuro e di una terra che possono far paura (non sono un azzardo, visti i tempi che corrono, e di sicuro non sarebbero una possibilità), ma non sono da derubricare solo ai “parti della fantasia”, scrive Tullio Avoledo, uno degli autori più immaginifici alle nostre latitudini, nel suo nuovo romanzo, Furland® (225 pagine, 16,50 euro), pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere. Chi crede alla favoletta che Avoledo abbia esaurito il proprio spirito narrativo si faccia da parte. Gli altri si bevano Furland anche in una sola notte e poi stiano lì a farsi qualche domanda, a riflettere, su cosa siamo diventati e su cosa potremmo diventare.
La sensazione di vivere la realtà
C’è la fantasia di Avoledo in queste nuove pagine, la stessa fantasia che non ha mai smesso di soccorrerlo dopo il debutto de L’elenco telefonico di Atlantide ed è vivissima in Furland® Dove il futuro, che è quasi presente, terrorizza. Non è un meccanismo perfetto questo luna park local-nazionalistico, che gioca con la storia e la geografia e che piace tanto ai turisti, in particolare a quelli orientali. Bene e male s’intrecciano, si confondono. E soprattutto le “attrazioni” sono a rischio, c’è qualcuno che tenta di sabotare gli spettacoli, uno Zorro da smascherare, sulle cui tracce si mette Francesco Salvador, tenente nazista, almeno per lavoro, cioè questo è il ruolo che interpreta nella messinscena del Kosakenland (quando nel 1944 le truppe cosacche alleate dei nazisti occuparono la Carnia) al servizio dei turisti, nella farsa con centinaia di comparse che finisce nelle memorie dei loro smartphone.
Si godono il prodotto finito, una manciata di minuti di spettacolo adrenalinico, ma non immaginano quante persone lavorano dietro le quinte perché tutto sia perfetto al millimetro, perché ogni cosa fili liscia, dando agli spettatori la sensazione di vivere la realtà
Gli attentati e il viaggio investigativo
Gli attentati minacciano l’aura apparente di perfezione e tranquillità del Furland e lui – affiancato da un collega che ha il volto di Hemingway, in seguito a un intervento di chirurgia plastica – deve impedire che i guai continuino. Da improvvisato detective Francesco Salvador scoprirà ben più dell’iniziativa di un singolo… Avoledo fa anche rischiare la vita al suo protagonista nel corso del viaggio investigativo che lo conduce ai quattro angoli del Furland, fra epoche e spazi differenti. Aleggia il mistero della scomparsa dell’Amato Leader, che a un certo punto riapparirà avvolto in un morbido cardigan color cammello. Dove, come e perché toccherà ai lettori scoprirlo…
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