Una coerente miscellanea di racconti e saggi è “Love + Hate”, in cui lo scrittore anglo-pakistano declina in modo originale il suo eterno interesse per gli opposti, le differenze fra generazioni, i contrasti fra occidente e oriente, la dialettica fra uomini e donne
Da un capo all’altro dei sentimenti c’è lui, Hanif Kureishi. Conclamato nelle sue opere più felici, nei romanzi e nelle raccolte di short stories, confermato dai saggi brevi e dai racconti d’occasione, già comparsi su alcuni quotidiani e riviste, anche in Italia, e adesso raccolti nel volume Love + Hate. Racconti e saggi (195 pagine, 17 euro), tradotto da Davide Tortorella. Quest’ultimo libro, dedicato al figlio Sachin, pubblicato come tutti gli altri in Italia da Bompiani, rinsalda, se ce ne fosse bisogno, il legame con la sua storica casa editrice. Nel senso che Kureishi è uno dei pochi nomi di grido che non ha seguito Elisabetta Sgarbi – poche affinità elettive? – nel mare aperto de La Nave di Teseo, un pesce grosso che ha preferito nuotare per conto proprio, continuando a farlo in mezzo a onde conosciute
Contraddizioni, fra saggi e racconti
Sono storie di opposti e contrasti, quelle presenti nell’ultima raccolta. Storie che hanno sempre affascinato Kureishi, per nulla intenzionato a rallentare o concludere anzitempo la pubblicazione di opere (come spiegava in questa recente intervista). Che scriva un acuto saggio su Kafka («progenitore onnipotente» lo definisce, dopo aver sviscerato perché…), di quanto sia inesorabile la terza età, di una truffa subita (e del sentimento ambivalente per chi l’aveva ingannato, sottraendogli i risparmi di una vita), dei suoi figli o di suo padre (anche quando scrive di Kafka), o un surreale racconto in cui un aereo non atterra mai, lo scrittore de Il budda delle periferie e Nell’intimità finisce sempre per essere affascinato dalle contraddizioni, declinandole ogni volta in modo diverso: i contrasti fra generazioni, fa genitori e figli, i conflitti fra mariti e mogli (leggere, per credere, Il corridore), fra individui nati a diverse latitudini.
Paradossi e pieghe struggenti
Nella forma breve, a volte brevissima, di questi suoi “pezzi”, Kureishi si conferma eclettico e colmo di immaginazione come nei precedenti decenni di carriera, in cui ha saputo misurarsi con romanzi, testi teatrali, sceneggiature cinematografiche. Si diverte a scandagliare i sentimenti in ogni loro paradosso, in ogni piega struggente, lo scrittore anglo-pakistano, in particolare le sfumature della disperazione, il rancore e il rammarico, le debolezze umane, il razzismo come droga della politica, in definitiva più odio che amore, probabilmente.
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