“Il lupo nel furgone bianco” del musicista John Darnielle è un romanzo young adult, che affronta i temi consueti con ben altro spessore rispetto alla media del genere. Un giovane sfigurato, che vive barricato in casa dopo l’episodio che gli ha cambiato la vita (e il volto) è chiamato in causa da un tribunale, ritenuto responsabile di una tragedia…
Young adult? Un contenitore, un’etichetta, che abbraccia tanti libri. Alcuni di questi sconfinano felicemente oltre i confini del genere che sono ormai universalmente noti (linguaggio diretto e temi che stanno a cuore a teenager o giovani, il processo di crescita verso l’età adulta, le relazioni problematiche con la famiglia e i rapporti conflittuali con i coetanei, le prime situazioni amorose) e mostrano di avere altra stoffa, diverso spessore, di poter andare più lontano e abbracciare generazioni diverse da quelle per cui sembrerebbero destinati.
Sfuggire alla solitudine
È il caso di un libro scritto da un americano, John Darnielle, la cui principale attività, almeno finora, era quella di cantare e suonare la chitarra in una band indipendente (sembra ricalcare la storia di un altro musicista scrittore, il francese Mathias Malzieu, che in Italia pubblica per Feltrinelli). Il suo Il lupo nel furgone bianco (285 pagine, 20 euro), tradotto da Massimo Gardella e pubblicato dalla casa editrice Rizzoli, è un romanzo su un giovane outsider, che inventa giochi di ruolo per sfuggire a un destino di emarginazione e solitudine. Sfigurato in volto a causa di un incidente (un incidente?) da quando aveva diciassette anni, alle prese con dolori cronici, Sean Philips vive barricato a casa, nella California meridionale. È tutt’altro che intenzionato a uscire, ma sarà costretto a farlo suo malgrado dopo anni di reclusione, chiamato in causa da un tribunale e costretto a difendersi da alcune accuse, ovvero il coinvolgimento indiretto in una tragedia che riguarda due liceali, Lance e Carrie, che dall’altro capo dell’America hanno preso parte al gioco di ruolo inventato da Sean.
I segni del passato
Darnielle (che ha alle spalle un’esistenza turbolenta, con tanto di abusi subiti da giovanissimo e arresti per droga), infatti, ha immaginato “Traccia italiana”, un gioco di ruolo ideato da Sean, che lo ambienta in un’apocalittica America del futuro, dove l’obiettivo è salvarsi dalle radiazioni di un’esplosione nucleare, trovare rifugio in un approdo sicuro, una fortezza chiamata appunto “Traccia italiana”: si gioca per corrispondenza, ma c’è chi prende quella fantasia per realtà, con gravissime conseguenze, che trascinano Sean davanti a un giudice. L’andirivieni temporale e una prosa che non disdegna squarci poetici sono punti di forza de Il lupo nel furgone bianco, romanzo che affronta alienazione e disperazione da un punto di vista molto particolare, che scandaglia il senso di emarginazione del protagonista, un sopravvissuto che ha addosso i segni del passato. Si va a ritroso, l’invenzione di “Traccia italiana” è un modo di scoprire una comunione segreta con anime simili alla sua. Poi il passato ritorna, fino alla fine, ovvero dall’inizio, dal momento che ha segnato per sempre la vita di Sean.
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