Pezzi di Salinger, pezzi delle nostre vite

Un fumetto d’autore, un libro speciale. “Il mio Salinger”, sceneggiato da Valentina Grande e disegnato da Eva Rossetti, racconta il primo matrimonio dell’autore de “Il giovane Holden”, con la tedesca Sylvia Welter: un amor fou tra dialoghi impeccabili, citazioni originali e disegni poetici

Chi non ha buchi neri con cui non riesce definitivamente a fare i conti? Chi non ha dei segni addosso che si porterà per sempre? Chi non ha, almeno uno, un dolore che non riesce a sopire? Chi non ha ferite visibili e invisibili? Chi non ha un amore perduto? C’è una storia che ha che fare con queste domande. Il protagonista maschile è un soldato americano, “uno smidollato, un egocentrico, un avvilente abitudinario“, “un inadatto alle gioie estreme” e, come se non bastasse, ha “un esaurimento nervoso non del tutto guarito“; la protagonista femminile è metà francese e metà tedesca, Sylvia Welter, in un passato non troppo lontano nel tempo aveva visto “file di persone dirette alle stazioni, amici portati via con la forza“: non aveva ucciso nessuno, ma non si sentiva, ma non era, innocente, complice della teoria e della pratica nazista. C’è un fumetto d’autore, incentrato su una delle pieghe meno note della già poco accessibile vita di J. D. Salinger, che vale la pena correre a leggere, e custodire gelosamente a casa, e rileggere, quando si vuole, quando si può, per sentire il dolceamaro della vita addosso. Filologicamente preciso, per certi dettagli che richiamano alla biografia dello scrittore statunitense (meno esile dalla sua morte e dalla pubblicazione di un grosso tomo, quello di David Shields e Shane Salerno, in Italia edito dalla defunta casa editrice Isbn), quest’opera merita fortuna e che magari si schiudano le porte delle traduzioni in lingua straniera.

Due vite, tra vero e romanzesco

Dialoghi impeccabili, intrecciati a citazioni originali dalle opere di Salinger, e tavole poetiche dal disegno raffinato, sono frutto di due italiane, la sceneggiatrice e conduttrice radiofonica Valentina Grande e la disegnatrice Eva Rossetti; le loro quattro mani hanno dato vita a Il mio Salinger (143 pagine, 19 euro), graphic novel curato impeccabilmente e pubblicato dall’editore Becco Giallo, sigla padovana di qualità che fa parte della galassia Fandango. Il racconto è quello di due vite, al di là dei loro risvolti pubblici, di “un uomo e una donna che percorrevano lo spartiacque di una guerra“. Guerra che non è solo il secondo conflitto mondiale, ma anche il breve matrimonio fra quello che sarebbe diventato uno degli scrittori più amati di sempre e la sua prima moglie, un’oftalmologa, con un passato oscuro, non si sa se e quanto coinvolta dal regime di Hitler, poi probabilmente diventata una spia. Ci sono pezzi di storia veri, pezzi romanzati, ma leggendo Il mio Salinger è più di una sensazione, quella di leggere pezzi delle nostre vite, con malinconiche sfumature color seppia, come in certe pagine del libro.

Un amor fou, un legame telepatico

La vicenda è narrata principalmente dal punto di vista di Sylvia Welter. Ripercorre le tappe di un amor fou, nato mentre Jerry Salinger, sergente, interroga e identifica i nazisti, che provano a mimetizzarsi dopo la guerra. La giovane dottoressa Sylvia Welter è bella e magnetica, probabilmente ricorda al futuro scrittore una ragazza ebrea viennese che lui aveva conosciuto in Austria, ben prima della guerra. La legge di non fraternizzazione vieterebbe ai militari statunitensi di frequentare ragazze tedesche, ma Salinger non si ferma e aggira ogni ostacolo, finendo per procurare un falso passaporto francese per quella che diventerà sua moglie, a cui confiderà le aspirazioni letterarie, anticipando temi di racconti e del romanzo che cova a lungo, quello che ha come protagonista Holden Caulfield. Non una semplice attrazione, anzi, un legame telepatico, che in qualche modo resterà intatto tutta la vita, sebbene lo scrittore fosse abituato a dare tagli netti al suo passato. La storia d’amore si svolge fra le macerie della Germania e una scintillante New York: nella Grande Mela finisce tutto, Sylvia non riesce a integrarsi, non fa breccia nel cuore della famiglia Salinger, specie della madre e della sorella di “Sonny”, a lui devotissime; e lui smette di amarla.

Chiaroscuri di grande impatto emotivo

L’aspetto più bello di questo fumetto d’autore è il difficile e raro equilibrio che le autrici trovano fra il riso e la malinconia: è una storia di chiaroscuri resi magistralmente, di sfumature e spaccati cinematografici di rara maestria, le parole non hanno mai il sopravvento sui disegni, e viceversa, ed entrambi i versanti regalano un impatto emotivo notevole. C’è un uomo devastato dalla partecipazione ad alcune delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale e dall’ingresso nel lager di Dachau, di cui fu uno dei liberatori. E c’è un donna, il suo amore, perduto. Prima amata, infine cancellata dalla mente. Questo è un libro speciale. Fidatevi. E come tutte le storie più belle, anche Il mio Salinger fa a meno del lieto fine.

 

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