Con il suo ultimo libro, “Exit West”, Mohsin Hamid racconta una storia di migranti, che affonda una vera sberla emotiva nei confronti del lettore. Di mezzo c’è un amore, quello dolce e nostalgico di Saeed e Nadia, e la loro fuga da una guerra civile mediorientale, attraverso alcune porte magiche
Nel nuovo romanzo breve di Mohsin Hamid c’è un po’ di tutto: politica, attualità, magia, distopia. Tra fantasia e realtà, la storia dell’amore di Saeed e Nadia e della loro fuga dalla guerra fa vivere al lettore le più diverse emozioni, trascinandolo dall’ottimismo dei primi capitoli alla tristezza che stritola il cuore delle ultime pagine.
«Girava voce che ci fossero porte capaci di trasportarti in altri luoghi, anche molto remoti, lontano dalla trappola mortale in cui si era trasformato il loro paese. Alcuni sostenevano di conoscere qualcuno che conosceva qualcuno che era passato attraverso una di quelle porte. Una porta normale, dicevano, poteva trasformarsi in una porta speciale, e poteva accadere anche senza preavviso, a qualunque porta. Quasi tutti le consideravano voci prive di fondamento, sciocche superstizioni. Eppure quasi tutti avevano cominciato a guardare le proprie porte in modo modo diverso».
L’amore, un gesto rivoluzionario
Exit West (160 pagine, 17,50 euro), pubblicato da Einaudi nella traduzione di Norman Gobetti, racconta soprattutto l’attualità, la realtà dell’immigrazione. Attraverso la fantasia (o la fantascienza, se vogliamo) spiega ciò che ogni giorno si palesa sotto i nostri occhi, in tv e nei giornali, ma che non riusciamo mai a comprendere realmente. La storia ha come protagonisti Saeed e Nadia, due giovani che s’innamorano in una non precisata città del Medioriente da cui, ben presto, sono costretti a fuggire, a causa dello scoppio della guerra e dei miliziani che occupano la città, rendendola invivibile. Il loro è un amore che subisce l’influenza di ciò che lo circonda, di eventi inaspettati e non voluti dai protagonisti. Un amore fragile e acerbo che cresce tra disperazione, bombardamenti, violenza e continue fughe da un Paese all’altro e che, maturato tra tali condizioni, diventa un gesto rivoluzionario.
Scappare attraverso ingressi incantati
Cosa succederà al loro amore? È una relazione dolce, fatta di paure e di speranze, di comprensione, ma anche di incomprensioni e tensioni, di vicinanza e allontanamenti. E la loro storia va scoperta e capita solo leggendo le righe e tra le righe. Il vero tema, ad ogni modo, resta quello dei migranti, sebbene il romanzo riesca a coniugare un argomento “sensibile” come questo con la magia. Non si parla di barconi, di frontiere, di taxi del mare. Niente di tutto questo. La fuga dei migranti avviene attraverso delle porte magiche: oltrepassandone la soglia, i giovani amanti si ritrovano dapprima a Mykonos e, successivamente, a Londra. Qui affrontano le difficoltà che ogni migrante incontra: la diffidenza dei nativi, l’impossibilità dell’integrazione. Saeed e Nadia decidono di attraversare gli ingressi incantati nella speranza di iniziare una nuova fase della vita, di tentare di sopravvivere e restare insieme.
La realtà con occhi diversi
La porta diventa una metafora, la metafora del passaggio da un luogo ostile ad un luogo ameno che possa offrire la possibilità di condurre un’esistenza serena e dignitosa. Exit West è un libro originale, moderno, un piccolo gioiello della letteratura contemporanea, che affronta con delicatezza il tema dell’immigrazione attraverso la metafora delle porte magiche e utilizzando, come mezzo per arrivare a tutti i lettori, la storia d’amore tra Saeed e Nadia. Il lessico è scorrevole, asciutto ed essenziale come deve essere quando vengono trattati temi attuali per sensibilizzare il lettore. La scrittura di Hamid è scarna e diretta, l’autore sceglie di esprimersi attraverso frasi che si affilano e descrivono pezzi di realtà, come quella dei miliziani che occupano la città “lasciando cadaveri appesi ai lampioni come incongrue decorazioni natalizie”. Exit West merita di essere letto perché ci mostra la realtà attraverso occhi diversi.