Grandi contemporanei e qualche classico immortale, quattro stranieri e tre italiani. Ecco le scelte dello scrittore napoletano (“L’innamoratore” è il suo più recente romanzo, pubblicato da Rizzoli), consigli ai quali è difficile resistere, se si ama la lettura…
“Bruciare tutto” di Walter Siti (Rizzoli)
Siti dimostra con questo romanzo di non avere più alcun limite. È uno scrittore totale, coraggioso, autodistruttivo.
“Open” di Andre Agassi (Einaudi)
È la trasposizione del mito classico, con tutti i suoi canoni, nella contemporaneità dello sport agonistico. Agassi e J.R. Moeringer hanno scritto un libro straordinario che continua a vendere moltissimo.
“A sangue freddo” di Truman Capote (Garzanti)
È un libro cruciale per la storia della letteratura, ha insegnato a tutti cos’è la non-fiction. Grande scrittura, e grande lavoro organizzativo.
“La caduta” di Albert Camus (Bompiani)
Un piccolo capolavoro. Molto meno letto rispetto a Lo straniero e La peste, questo romanzo, nato inizialmente come saggio breve, si inserisce pienamente nella cosiddetta “trilogia” dell’assurdo composta da Lo straniero, Il mito di Sisifo e Caligola, rendendola di fatto una quadrilogia.
“La vedova scalza” di Salvatore Niffoi (Adelphi)
Niffoi è fra i più grandi maestri della narrativa italiana. Nella descrizione dei paesini sardi inventati di Taculei e Laranè, questo romanzo non teme confronti con il lirismo di Gabriel Garcia Marquez.
“Il senso di Smilla per la neve” di Peter Hoeg (Mondadori)
In Italia, la letteratura noir è da sempre considerata una produzione di serie B. Ebbene, questo romanzo dimostra che talvolta un giallista può insegnare ai colleghi più “colti” a tenere la penna.
“Dissipatio H. G.” di Guido Morselli (Adelphi)
Non è una lettura facile, anzi. Morselli, i cui romanzi sono stati rifiutati, quando era in vita, perfino da Italo Calvino, sul quale svetta in maniera eclatante, è una delle voci più alte, intelligenti e dolenti della letteratura italiana.