Plevano, un romanzo storico erudito e mai noioso

“Marca Gioiosa” sorprende per originalità e acume, per il felice mix fra invenzione e realtà. La storia di un esule all’inizio del tredicesimo secolo dalla Provenza all’attuale Veneto è la metafora della diffusione della lirica provenzale nella penisola in un tempo cruciale per la definizione di un’unica lingua letteraria

I gialli di una volta – quelli serratissimi di cento pagine o poco più – non si scrivono più, la fantascienza è morta e sepolta da qualche decennio (forse resiste al cinema, in qualche modo), il romanzo storico, anche in anni recenti gli esempi non mancano, ha qualcosa da dire, nonostante tutto. Leggere vicende avvincenti e documentatissime, storicamente plausibili, ma inventate, che catapultano in luoghi e tempi che non sono i nostri, è ancora un piacere da gustare, specie quando erudito non fa rima e non coincide con noioso; è questo il caso di Marca Gioiosa (496 pagine, 18 euro) opera prima di Roberto Plevano, vicentino, insegnante di storia e filosofia in un liceo. Il suo romanzo inoltre è la dimostrazione che, lungo la penisola, c’è qualche premio di valore, con giurati che badano al sodo e scovano la qualità: nel 2015, infatti, Marca Gioiosa si è aggiudicato il premio Neri Pozza per gli inediti. E proprio l’omonima casa editrice ha adesso lanciato in libreria questo volume per molti versi sorprendente.

La Marca del titolo corrisponde a grandi linee al Veneto e, in particolare, alla zona di Treviso. Sono queste le terre che, all’inizio del tredicesimo secolo (in quel periodo una specie di frontiera fra il mondo germanico e le terre italiche, già contrapposte dai dissidi fra Impero e Papato), accolgono il giovane esule Almarico, in fuga dalla Provincia, ovvero dalla Provenza, dove imperversa una caccia all’eretico, che fa sangue senza risparmiare nemmeno i più piccoli. Sono tutt’altro che gioiose, comunque, anche le terre in cui Almarico approda, zone colme di conflitti, tra famiglie, casati e Comuni. Con una carovana di “mercatanti” l’esule tocca le principali città del settentrione, dalla Liguria ad est, Placentia, Vincencia, Trivigi, Padua, e Baxian, l’odierna Bassano, alla ricca corte del suo signore, Ecelino. Lì la sua vita cambierà, ci metteranno lo zampino il figlio e la figlia di Ecelino. Tra le righe, ma nemmeno tanto, il romanzo è una metafora della diffusione della poesia provenzale. con il suo gusto e il suo modello, in Italia (termine non esatto, a quei tempi), dove comunque la scuola sicula e quella toscana stavano già lasciando il segno nella lingua letteraria.

Storia avventurosa e colta, piena di personaggi e idee, con rivoli affascinanti di Storia, e un felice mix di invenzione e realtà, Marca Gioiosa colpisce perché non si omologa a quanto va per la maggiore in libreria. Tra le sue pagine si impara tanto, ed è anche questo che si chiede alla letteratura. Plevano si rivela autore di rare sensibilità e cultura, un esordiente con i fiocchi, da cui è lecito aspettarsi altri volumi interessanti.

 

Un pensiero su “Plevano, un romanzo storico erudito e mai noioso

  1. Felix dice:

    Mi scusi, ma Roberto Plevano è lo stesso di 100miglia uscito nel 2009? Se così fosse, allora non è un’opera prima. A parte questo, molto interessante la recensione, leggerò sicuramente il libro.

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