Non solo romanzi. Anzi per leggere narrativa l’ideale sarebbe avere conoscenze a trecentosessanta gradi. Questo ci suggeriscono i consigli di lettura dello scrittore Ottavio Cappellani (in libreria con “Sicilian Comedi”, pubblicato da Sem), che comunque fra Sicilia e Stati Uniti qualche punto fermo l’ha…
“Luce virtuale” di William Gibson (Mondadori)
È il libro che mi ha fatto scoprire come si potesse parlare di teologia e filosofia anche attraverso un romanzo. Se non l’avessi letto mi sarei perso nei corridoi dell’accademia.
Tutto di David Foster Wallace (Einaudi, Minimum Fax, Codice)
È uscito in libreria una sorta di Bignami con i passi migliori di DFW. E invece va letto tutto. DFW esaurisce la letteratura e soltanto dopo averlo letto tutto si comprende quale è la domanda ultima alla quale non è riuscito a rispondere e per la quale si è ammazzato. Dopodiché cercate di rispondere a quella domanda per sopravvivere.
Fisica e Geometria
Prendetevi una pausa dai romanzi e leggete di fisica e di geometria. Cercate di rispondere alla domanda “perché c’è la materia e non il niente?”. Quella è la Storia delle Storie.
Tutto di Manlio Sgalambro (Adelphi, Bompiani, Mesogea)
Perché c’è la risposta alla domanda di DFW.
L’enciclopedia
Altrimenti come fate a gustare i romanzi?
I Veda (Marsilio, Rizzoli)
Senza i Veda, probabilmente, non ci sarebbe stata la metafora e quindi la letteratura. Ogni storia ha in sé i Veda, anche se non se ne rende conto. È insieme una benedizione e una maledizione. Sta al lettore trasformare la seconda nella prima. È un poliziesco, in effetti.
“American Gods” di Neil Gaiman (Mondadori)
Gli dèi esistono e sono in mezzo a voi. Dietro il post-moderno ci sono ancora le divinità. Bisogna leggerlo e poi domandarsi: e dietro la divinità chi c’è?