I “sette libri per l’estate” di… Giuseppe Strazzeri

Classici, anche contemporanei, e uno sguardo a trecentosessanta gradi sulla letteratura. Sette consigli, che sottoscriviamo, formulati dal direttore editoriale di Longanesi, Giuseppe Strazzeri

“Il posto” di Annie Ernaux (L’Orma)

Un libro la cui grazia è tanto evidente quanto in un certo senso inspiegabile. La storia di un uomo semplice ma unico perché padre. Si tratta di un romanzo che rientra senza dubbio in questo momento di fortuna delle epopee di gente qualunque, ma con una connotazione tutta europea che personalmente me lo ha fatto sentire assai più vicino e significativo dei pur bellissimi libri di Kent Haruf o John Williams.

Il posto

“Tra loro” di Richard Ford (Feltrinelli)

Sempre in tema di relazioni familiari, un breve ritratto recto-verso di un padre e una madre da cui si evince con cristallina chiarezza che ogni vita, anche quella apparentemente più anonima, contiene misteri insondabili e proprio per questo avvincenti. La differenza tra tutti noi e uno scrittore alla fine è che lo scrittore quei misteri sa evocarli. Una dichiarazione non solo d’amore ma anche di profondo rispetto, fatta ai propri genitori.

tra loro

“Eccomi” di Jonathan Safran Foer (Guanda)

Un libro dove c’è tutto, a volte persino troppo, si è tentati qua e là di pensare, ma tali sono la bravura e la sprezzatura di questo autore che gli si perdonano le incursioni in terreni forse qua e là meno familiari per il lettore italiano. Resta un affresco delle relazioni familiari e delle radici culturali che fanno di un popolo quello che è, con pochi rivali per acume, dolcezza e spietatezza di sguardo. Pensate ai Singer con un accesso a internet.

eccomi

“Piccoli racconti di misoginia” di Patricia Highsmith (Bompiani)

Uno di quei libri che ogni tanto mi devo rileggere. Magari non tutto, piluccando qua e là. Perché l’amaro in bocca è piacevole in piccole dosi. E di amaro di certo si tratta, in queste piccole, perfide vignette in cui la misoginia altro non è che una cartina al tornasole su cui fare reagire il tema del maschile. La reazione chimica è tanto stupefacente quanto corrosiva.

piccoli misoginia

“La cognizione del dolore” di Carlo Emilio Gadda (Adelphi)

Ho di tanto in tanto la sensazione, anzi lo confesso il timore, che i giovani possano davvero smettere di leggere Gadda. Non so esattamente a cosa questo timore sia dovuto, forse solo all’idea, spero sbagliata, che la lingua immaginosa e labirintica dell’Ingegnere non sia più cosa da Terzo Millennio. Perché credetemi, sarebbe davvero un peccato perdersi la fragranza di una generosa spalmata di Croconsuelo sul pane quotidiano delle nostre letture. Leggere per credere.

cognizione

“I Viceré” di Federico De Roberto

Ero in dubbio se servirmi di questa opportunità per levare un accorato appello, come per Gadda, a non smettere mai di leggere Verga, ma poi mi sono detto che forse invece vale la pena raccomandare una volta di più la lettura di un episodio importante e forse ancora non abbastanza conosciuto del nostro stupendo verismo siciliano di fine ‘800, ossia I Viceré. Se non volete dare retta me, datela a  Leonardo Sciascia che lo definì il romanzo ottocentesco più importante in assoluto dopo I Promessi Sposi. Insomma, sorbirsi i Cazalet senza avere affrontato la famiglia Uzeda secondo me non va bene. Poi fate voi.

vicerè

“Una passeggiata nei boschi” di Bill Bryson (Guanda)

Lo rivelo subito, di questo libro fui il traduttore. Ma decisi di tradurlo perché nella storia di Bill e Stephen, improvvisati trekker sulle montagne americane, trovai un umorismo, una malinconia e un’intelligenza che fanno di questo autore un piccolo maestro non sufficientemente apprezzato (la narrativa umoristica non ha vita facile, nel nostro pese, chissà perché). Se siete maschi, di mezza età, lievemente fuori forma ma con l’idea di fare vedere al mondo di che pasta siete, leggete questo libro. Leggetelo anche se di questi maschi siete le mogli, sorelle o amiche. Ricredersi non sarà mai stato così divertente.

passeggiate

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