L’ideatore e curatore di #thebooklover scrive de “Nella perfida terra di Dio” di Omar Di Monopoli, che si era rivelato, a partire da un decennio fa, con “Uomini e cani”, “Ferro e Fuoco”, “La legge di Fonzi”, tutti edito dalle defunte Isbn Edizioni. Il nuovo romanzo è spietato e commovente
Nella perfida terra di Dio segna il passaggio di Omar Di Monopoli alla maturità letteraria. Da lui, d’ora in poi, è lecito aspettarsi solo grandi cose. Il romanzo in questione (il primo uscito per Adelphi) è un western in salsa pugliese, spietato, commovente, dal ritmo elevato, una storia che sembra albergare in tempi e spazi lontani e che invece Di Monopoli piazza con grande efficacia nel presente, tra Lecce, Taranto e Brindisi.
Una storia di mala pronta per… Tarantino
Una storia di “mala” che si sviluppa in un contesto familiare fatto di personaggi credibili e ben riusciti, anche i più grotteschi, come la badessa o il nonno santone. Godibilissimi i dialoghi, merito anche del dialetto, dialoghi che tra l’altro di frequente hanno il merito di definire le peculiarità dei personaggi stessi. La prosa è ritmica, quasi ipnotica. Chirurgica la scelta delle parole (molti aggettivi, quasi mai inutili), azzardati certi abbinamenti che però rendono meravigliosamente. Soggetto filmico, da affidare (svolazzando di fantasia) a… beh, a Quentin Tarantino, ovviamente!