L’ideatore e curatore di #thebooklover scrive de “Il morso” di Simona Lo Iacono, un romanzo storico che ha come protagonista un’inconsapevole eroina durante la rivoluzione siciliana del 1848
Un po’ storia (alcuni personaggi realmente esistiti, a cominciare dalla “babba”) un po’ fiction, Il morso di Simona Lo Iacono, pubblicato dall’editore Neri Pozza. Mix ben riuscito, ritmo incalzante.
Tra Marasco e Sciascia
Avvolgente, asciutta e mai banale la prosa (mi ha ricordato la Wanda Marasco de Il genio dell’abbandono). È merito più dello stile dell’autrice che delle (pur belle) descrizioni se il romanzo gode di un’ambientazione storica impeccabile (in questo senso mi ha ricordato Sciascia nel suo Consiglio d’Egitto, opera che se non ricordo male è ambientata nello stesso periodo). Forse in questo senso sono stato influenzato positivamente dal fatto di conoscere – e apprezzare – i luoghi in cui si svolgono le vicende, non solo Palermo, ma anche Pozzallo.
La rivoluzione di Lucia
Tra i personaggi, Lucia spicca su tutti e non solo perché è la protagonista principale, ma soprattutto perché è una visionaria (alla Blimunda de Il memoriale del convento di Saramago) che con la forza dell’amore riesce ad andare oltre il suo tempo, imponendosi al proprio destino. Sta in questo, a mio avviso, la sua personalissima rivoluzione che, come tutte le rivoluzioni, richiede sangue e sacrificio.
Ma un’altro titolo, no?
Mi ha convinto un po’ meno il Conte padre, forse poco tratteggiato all’inizio del romanzo (qualcosina del suo essere doppiogiochista poteva trapelare, amio avviso) e non mi ha convinto il titolo. Ci sarà certamente una buona ragione (che io sconosco) se il libro si intitola Il morso e non La babba come sarebbe stato più naturale.