Il capolavoro dello«scandaloso» scrittore osteggiato dal regime castrista non è solo la storia della giovinezza di un cubano a inizio Novecento, ma una cascata di vita ed erudizione
Una bibbia che mette a disagio ed entusiasma, un “incosciente” pozzo delle meraviglie, un torrenziale atlante di passioni, un debordante catalogo lessicale, una lezione totale di prosa poetica per chi legge e scrive. Una fatica immensa ma appagante, per centinaia e centinaia di pagine, da vivere appassionatamente (senza le estreme conseguenze prefigurate da Cortazar nella quarta di copertina…). Ecco cosa è l’unico romanzo, definizione non del tutto pertinente, del cubano José Lezama Lima – patriarca letterario moderno dell’America latina, profeta e precursore di molti, come Juan Rulfo, come Ernesto Sabato – Paradiso (794 pagine, 25 euro), coraggiosamente riproposto dalle edizioni Sur.
Finito fuori catalogo e riscoperto
La casa editrice romana che s’avvale abitualmente di traduttori e ispanisti di prim’ordine, ha pensato bene di arricchire il libro con un paio d’interventi (Chiara Valerio e Julio Cortazar), mantenendo la traduzione e la nota conclusiva di Glauco Felici, un gigante, della precedente edizione Einaudi. Senza star qui a fare chilometri di polemiche (a parte smerciare qualche copia che senso ha avere in catalogo Carofiglio e non Lezama Lima?), è l’esempio perfetto di quanto teorizzato e praticato da anni da Marco Cassini, direttore editoriale di Sur, e in passato una delle due anime di Minimum Fax, con Daniele Di Gennaro. «Se nei cataloghi dei grandi editori si cercano gli autori scaduti, si possono costruire intere case editrici», predicavano i due in alcune interviste. E il tempo sta dando loro ragione, con le rispettive creature (Di Gennaro è rimasto a Minimum Fax) che inanellano riscoperte di valore.
Cortàzar sponsor e curatore
Paradiso, l’unico romanzo pubblicato in forma compiuto da Lezama Lima, ha avuto una storia editoriale tormentata e complessa in patria, scritto nell’arco di quasi tre lustri, pubblicato prima parzialmente in rivista e solo nel 1966 – dieci anni prima della scomparsa dell’autore – in volume, in una versione poco accurata e piena di errori e refusi. A Cuba fu presto ritirato dalla circolazione, bollato dalle autorità castriste come «controrivoluzionario» e «osceno». Obeso, asmatico, omosessuale, di una cultura sconfinata, lo «scandaloso» Lezama Lima fu messo ai margini della cultura ufficiale dal regime (per la sua «condotta impropria» gli fu anche vietato il visto per un viaggio in Italia, dove gli era stato assegnato un premio): un inferno a cui reagì nell’unico modo possibile, scrivendo saggi, poesie, il suo primo romanzo e un secondo incompiuto (Oppiano Licario, pubblicato in Italia da Editori Riuniti), ancora più estremo, nella forma e nella sostanza. Paradiso tornò sulla scena culturale nel 1968, in Messico, in una ristampa curata da Cortàzar, anche questa non definitiva. La riedizione critica, su cui si basa la versione di Glauco Felici – un maestro nel ricreare in italiano il testo, un flusso impetuoso di parole e immagini, poesia e prosa, barocca sì, indiscutibilmente, e istintiva – risale alla fine degli anni Ottanta.
Ardito caleidoscopio d’immaginazione
È un’opera fondamentale del secolo scorso, che coglie bene anche l’anima del secolo in corso, è un caleidoscopio d’immaginazione, Paradiso: non la semplice giovinezza – dall’infanzia agli anni dell’Università – di José Cerni, figura di proiezione autobiografica, ma un magnifico cocktail di parole musicali, di immagini oscure e storie per lo più ermetiche; si legge di morti premature e ricordi di tre generazioni di una famiglia, ma soprattutto si dispiega l’affastellarsi di citazioni colte, arditi paragoni e carnali fantasie, insegnamenti (su tutti quello della madre di José, Rialta: «Non rifuggire il pericolo, ma intraprendi sempre ciò che è più difficile») e dispute – le più interessanti quelle tra gli amici di José, Focion e Froneis, omosessuale il primo, innamorato del secondo – di storia e teologia, di mitologia e filosofia. La vertigine provoca feroce spaesamento e totale voluttà, ma è un naufragar dolce…